martedì 29 ottobre 2024

“In che modo la direttiva sulla violenza contro le donne migliora l'assistenza alle vittime: donne e bambini?”

Per chi volesse partecipare è fondamentale iscriversi mandando il proprio nominativo a coordinamento.lef.italia@gmail.com 



Il Progetto:

 

In che modo la Direttiva 2024/1385 sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica migliora l'assistenza alle vittime: Le donne e i loro figli?

Uno  studio comparativo tra Spagna, Italia e Polonia

 

 

La violenza contro le donne e le ragazze rimane un problema molto serio della nostra società ed una delle manifestazioni più gravi della disuguaglianza di genere. Nonostante i progressi compiuti nei diritti delle donne in tutto il mondo, questa costituisce ancora una realtà che tocca una donna su tre nell'Unione Europea. La consapevolezza della gravità del problema, unita alle continue pressioni del movimento delle donne, ha portato la Commissione Europea a pubblicare una proposta di Direttiva per combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica nel marzo 2022. Poiché il testo finale della Direttiva, approvato dal Parlamento Europeo, é in vigore dal 13 giugno 2024,ci è sembrato importante analizzare come migliora l'assistenza alle vittime: le donne ed ai loro figli, che sono il principale oggetto di protezione di questa legislazione.


Questa nuova Direttiva si aggiunge al quadro legislativo internazionale ed europeo costituito principalmente dalla CEDAW, dalla Convenzione di Istanbul, dalla Carta europea dei diritti fondamentali, dalla Direttiva 2006/54 sull'attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego, dalla Direttiva 2012/29 sui diritti, l'assistenza e la protezione delle vittime di reato, tra le altre normative applicabili, ed espande e rafforza i diritti delle donne in tutta Europa stabilendo standard giuridici minimi che i Paesi membri devono incorporare nelle loro legislazioni nazionali. 


È in questo processo di trasposizione della Direttiva nella realtà di ciascun Paese, in cui si evidenziano i diversi livelli di tutela dei diritti delle donne, che si genera la necessità di modifiche giuridiche, imponendo agli Stati membri di garantire i diritti che la Direttiva incorpora. Per questo motivo, tre organizzazioni femminili, tutte appartenenti alla Lobby Europea delle Donne, provenienti da tre Paesi dell'Unione Europea con realtà molto diverse, Polonia, Italia e Spagna, si sono riunite per analizzare come la Direttiva possa migliorare l'assistenza alle donne vittime di violenza di genere e ai loro figli, in base alla realtà di ciascun Paese, e contribuire così a una protezione omogenea dei diritti delle donne in tutta Europa.


Questo lavoro nasce dall'esigenza di conoscere l'impatto concreto della nuova direttiva nei tre Paesi partecipanti: Polonia, Italia e Spagna; di partecipare all'armonizzazione degli strumenti giuridici a disposizione delle donne vittime di violenza per la tutela dei loro diritti e di sostenere l'estensione e il rafforzamento di tali diritti.

L'obiettivo principale di questo progetto è quindi quello di produrre un rapporto contenente un'analisi giuridica dell'impatto della direttiva sulle misure di protezione e assistenza per le vittime e i loro figli in Polonia, Italia e Spagna.

Gli obiettivi specifici sono:

- Ricercare e analizzare le disposizioni nazionali esistenti in materia di assistenza alle vittime e ai loro figli nei 3 Paesi. 

- Analizzare l'impatto della direttiva sulle disposizioni nazionali esistenti in materia di assistenza alle vittime e ai loro figli nei 3 Paesi.

- Fornire una nuova serie di raccomandazioni per l'attuazione della direttiva nei diversi contesti nazionali e per il miglioramento degli aspetti in cui le legislazioni nazionali sono carenti o non pienamente conformi alla direttiva europea adottata.

- Diffondere i risultati di questo lavoro alle istituzioni europee e nazionali e alle amministrazioni pubbliche, nonché alle organizzazioni della società civile, alle organizzazioni femminili e al pubblico in generale. 

Riteniamo che questa proposta sia rilevante non solo per le organizzazioni femminili in Europa, ma anche per i legislatori perché il rapporto che ne risulta può diventare uno strumento utile per sostenere l'attuazione di un quadro giuridico completo sulla violenza contro le donne e le ragazze e per ottenere una migliore comprensione degli strumenti giuridici a livello nazionale ed europeo, nonché per rafforzare la partecipazione politica delle donne.

 Questo lavoro contribuisce all'impegno per una corretta attuazione della nuova direttiva, ma anche della Convenzione di Istanbul, in quanto entrambi gli strumenti dovrebbero completarsi a vicenda.

 

 

 

lunedì 7 ottobre 2024

La mia esperienza alla Scuola Estiva “Agora” della Lobby Europea delle Donne di Giulia Melchionda


Dal 9 al 13 settembre di quest’anno ho avuto l’opportunità di partecipare alla Scuola Estiva “Agora”, un’iniziativa organizzata dalla Lobby Europea delle Donne (EWL). Questa esperienza mi ha offerto un’occasione di crescita personale e collettiva, fornendomi strumenti utili per contribuire attivamente alla lotta per i diritti delle donne attraverso lo scambio e riflessione insieme a giovani femministe provenienti da tutta Europa.  

Perché ho partecipato ad una scuola estiva sul femminismo?

Pur essendo cresciuta in una famiglia composta prevalentemente da donne, ho sperimentato in prima persona i limiti imposti dai principi patriarcali che ponevano gli uomini in cima alla gerarchia familiare. Fin da giovane, ho sfidato queste norme e cercato di creare momenti di riflessione e dialogo con le donne della mia famiglia, mettendo al centro la nostra salute e il nostro benessere. Questo percorso mi ha portato a privilegiare relazioni significative con altre donne e a impegnarmi attivamente nel creare consapevolezza attorno a questi temi. Ho deciso di candidarmi ad “Agora” perché, nel corso del mio percorso personale, accademico e professionale, sono sempre stata guidata dalla convinzione che il dialogo e la costruzione di nuove narrazioni siano strumenti fondamentali per ottenere cambiamenti positivi. Credo profondamente nel potere delle voci femminili nel guidare trasformazioni significative nella società, e questa convinzione ha alimentato il mio impegno per la promozione dei diritti delle donne e dell’uguaglianza di genere. Il Coordinamento italiano ha svolto un ruolo fondamentale nel darmi l'opportunità di partecipare ad “Agora”, riponendo in me la fiducia necessaria per vivere questa straordinaria esperienza formativa. Questa scuola estiva ha rappresentato per me un’occasione essenziale per acquisire gli strumenti pratici e teorici utili a diventare un agente di cambiamento. L'Italia, come molte altre nazioni, continua a fronteggiare grandi sfide riguardo all'uguaglianza di genere e alla violenza contro le donne. Per questo, ritengo fondamentale sensibilizzare la società su questi temi, contribuendo alla creazione di una rete di consapevolezza capace di influenzare positivamente le decisioni politiche e promuovere pratiche efficaci per migliorare la condizione delle donne. Infatti, spero che la mia intenzione di fondare un’associazione dedicata a fare una differenza tangibile nella vita delle donne, offrendo loro risorse e supporto per prosperare, diventi presto realtà. La mia partecipazione alla Scuola Estiva si è tradotta in un’opportunità unica per affinare le mie capacità comunicative, imparare da esperte e professioniste, e dotarmi di una base solida e aggiornata per contribuire alla creazione di un mondo più equo




La scuola femminista di “Agora”

Durante i giorni dal 9 al 13 settembre siamo state accolte dall’organizzazione Amazone, un vero “crocevia per l’uguaglianza di genere”, uno spazio internazionale e accogliente che mette al centro la sua missione di riunire sotto lo stesso tetto un ampio spettro di organizzazioni per le donne e guidate da donne, ma anche rappresentanti della società civile nel senso più ampio. In uno spazio fautore di cambiamento positivo, abbiamo affrontato temi cruciali relativi ai diritti delle donne. Ad esempio, abbiamo approfondito qual è stato il processo per fare lobbying per combattere la violenza contro le donne e le ragazze, collimato poi nell’emanazione della Direttiva del 14 maggio 2024. Abbiamo anche discusso dell’iniziativa MyVoiceMyChoice, che promuove l’accesso sicuro e libero all’aborto. Un altro tema rilevante è stato quello della misoginia anche in spazi online, che la campagna Her Net Her Rights sta cercando di contrastare questa crescente forma di oppressione digitale. Oltre ai temi di dibattito, ho avuto l'opportunità di conoscere e ascoltare le storie delle donne che formano la EWL, come Dina Loghin (Vice presidente della Lobby delle donne rumene), Viviane Teitelbaum (Vice presidente del Centro europeo del Consiglio Internazionale delle Donne), Edite Kalnina (Tesoriera della Rete di cooperazione delle ONG femminili della Lettonia), e Liljana Popovska (Membro dell'ExCo della Lobby delle donne macedoni). I loro racconti di difficoltà e successi sono stati una fonte di grande ispirazione, testimoniando l’importanza di questa rete per il progresso dei diritti femminili in Europa. 

Apprendere e ispirarsi 

Uno degli aspetti più arricchenti è stato il confronto tra esperienze personali diverse, ma accomunate da una passione comune per i diritti delle donne. Questo spazio di dialogo ci ha permesso non solo di imparare dalle nostre pari, ma anche di condividere le nostre competenze. Tra le varie presentazioni preparate dalle partecipanti, abbiamo affrontato temi che spaziano dal ruolo delle donne nelle STEM al sessismo nei media, passando per la necessità di una politica estera femminista, la salute mestruale, il disarmo nucleare, i bias di genere nella tecnologia, l'attivismo digitale e molto altro. Un dibattito particolarmente interessante ha riguardato l'impatto della piattaforma OnlyFans sulla teoria femminista e la definizione legale del consenso e dello stupro in Europa. Infine, il programma includeva anche momenti dedicati alla storia europea, come la visita al Parlamentarium e all’European Museum, che hanno arricchito ulteriormente il nostro percorso formativo con uno sguardo sul contesto politico e storico europeo


Uno spazio per dialogare e confrontarsi 

 Uno degli aspetti che ho apprezzato maggiormente è stata la possibilità di confrontarmi con altre partecipanti su una varietà di argomenti, ma è importante notare che non sempre è stato facile approfondire le differenze. È difficile pensare al movimento femminista come a un monolite: piuttosto, si tratta di un movimento di lotta, in cui ogni donna porta con sé il proprio bagaglio di conoscenze, esperienze e pensieri. Avrei desiderato maggior spazio per discutere temi controversi e centrali per il femminismo, come l'approccio abolizionista alla prostituzione, l'aborto e la gravidanza surrogata, o le discussioni sull'identità di genere, che sono stati solo accennati per evitare di sovraccaricare l’ambiente di tensioni. Tuttavia, credo che sia fondamentale imparare a dialogare anche con chi ha idee molto diverse dalle nostre. In fondo, la forza del movimento femminista risiede proprio nella sua capacità di rinnovarsi attraverso il dialogo e la pluralità delle sue voci. Questo confronto può arricchire il dibattito senza compromettere i principi femministi, permettendoci di riconoscere e contrastare visioni che, pur mascherandosi da progressiste, possono perpetuare nuove forme di oppressione. 



Perché le giovani femministe dovrebbero partecipare ad Agora? 

Solo ora inizio a metabolizzare la settimana intensa e arricchente che è stata “Agora”: tornando a casa porto con me un profondo senso di gratitudine e tanti ricordi positivi. La scuola estiva è un’opportunità straordinaria per creare legami di collaborazione e amicizia con altre femministe provenienti da tutta Europa, condividendo difficoltà, speranze e strategie comuni. Questa esperienza ha il potere di ricaricare le energie e rinvigorire lo spirito nella lotta per i diritti delle donne, specialmente quando mantenere un atteggiamento positivo può sembrare difficile. Essere circondate da più di quaranta giovani femministe e vivere insieme un’esperienza formativa così intensa è in grado di risollevare anche gli animi più stanchi. Inoltre, partecipare ad “Agora” significa entrare a far parte di un Alumni network che non solo rafforza le connessioni personali, ma amplia e arricchisce le conoscenze teoriche e pratiche. Questo network consente di continuare a crescere insieme e di mantenere uno scambio vivo di idee e azioni. Infine, la scuola estiva offre l’opportunità di condividere la propria voce e le proprie opinioni con la EWL, diventando agenti attive e partecipi delle sue azioni. Per concludere, “Agora” è un’occasione unica per conoscere da vicino chi si occupa del coordinamento, come la Presidente Iliana Balabanova, o membri dello staff della EWL come la Segretaria Generale Mary Collins, e chi lavora su Policy and Campaigns, come Laura Kaun, Irene Rosales, Veronica Sabota e Alexia Fafara, fino a Stef Piccialli e Caitlin Raph, parte del team che ha reso tutto questo possibile, accompagnandoci e supportandoci durante le giornate di formazione








mercoledì 18 settembre 2024

Comunicato stampa EWL - La parità passa in secondo piano nella nuova Commissione di Von der Leyen Comunicato stampa della Lobby europea delle donne [Bruxelles, 17 settembre 2024]

 



                                     

                                      


Comunicato stampa  della EWL

                   La parità passa in secondo piano nella nuova Commissione di Von der Leyen

                                               [Bruxelles, 17 settembre 2024] 

Questa mattina la Presidente Ursula von der Leyen ha annunciato la composizione del nuovo Collegio dei Commissari e quello che avrebbe dovuto essere un passo avanti per l'Europa si è invece trasformato in una clamorosa delusione. Mentre si sperava in un progresso, ciò che abbiamo ottenuto è un approccio obsoleto alla leadership che trascura valori cruciali, come soprattutto  l'uguaglianza ed un'equa rappresentanza.

Uno dei tratti più evidenti della nuova formazione è la totale assenza di un Commissario per l'uguaglianza, contrariamente a quanto indicato negli orientamenti politici della von der Leyen. L'importante compito di promuovere l'uguaglianza in tutta l'UE è stato invece ridotto a un portafoglio secondario affidato alla candidata belga Hadja Lahbib, che si occuperà anche della gestione e della preparazione delle crisi. È inaccettabile che una questione così critica venga trattata come un ripensamento, mentre i diritti delle donne e l'uguaglianza subiscono battute d'arresto in tutta l'UE.

 Come è possibile aspettarsi progressi reali e duraturi in materia di uguaglianza se questa viene considerata solo un' ennesima voce di un lungo elenco di priorità per una Commissaria già oberata da altre questioni urgenti? La Commissione europea deve dotarsi dei mezzi necessari per raggiungere gli obiettivi dichiarati e garantire l'integrazione della dimensione di genere in tutti i portafolii.

La stessa assenza  di un  equilibrio di genere è profondamente preoccupante. Nonostante tutta la retorica sull'inclusione e l'uguaglianza, nella nuova Commissione ci sono presenti 16 uomini e solo 11 donne. , Questa situazione è semplicemente inaccettabile nel 2024. Le donne rappresentano più della metà della popolazione europea, eppure restano sotto rappresentate nell'organo decisionale più potente dell'UE. Questo squilibrio segnala al mondo che la Commissione europea non è ancora disposta a impegnarsi pienamente per la parità di genere, anche se la diversità e la rappresentanza sono i principi fondanti di una società  più inclusiva e  giusta.

 La Segretaria Generale della Lobby Europea delle Donne, Mary Collins, ha condannato con fermezza questa decisione: “Una Commissaria dedicato alla parità, come era stato promesso nella scorsa legislatura, è fondamentale per far progredire i diritti delle donne e promuovere un'Europa veramente inclusiva. L'uguaglianza non può essere trattata come una questione secondaria: richiede una leadership mirata e un impegno ai massimi livelli”.

L'uguaglianza non è una questione secondaria e il fatto che venga trattata come tale,  dimostra un profondo scollamento tra le azioni della Commissione e i valori che afferma di sostenere. Non possiamo permetterci di rendere l'uguaglianza una questione secondaria in quando riguarda la vita di milioni di persone in tutto il continente. Il nuovo Collegio dei Commissari avrebbe dovuto essere un'occasione per riaffermare l'impegno dell'UE nei confronti dei diritti e dell'inclusione delle donne.  Invece, questo annuncio ci porta a chiederci se l'uguaglianza sia davvero una priorità o solo un argomento di conversazione..

Ora confidiamo che il Parlamento europeo faccia la sua parte. Deve assicurarsi che la parità sia considerata prioritaria e venga promossa durante le prossime audizioni e approvazioni finali. Il Parlamento ha la responsabilità di opporsi a questo squilibrio e di spingere per un'Europa in cui l'uguaglianza e i diritti delle donne siano in primo piano e non una nota a piè di pagina.

È tempo di concentrarsi sull'uguaglianza, non come un ripensamento, ma come un valore fondamentale che merita una leadership specifica all'interno della Commissione europea. Qualsiasi cosa di diverso equivarrebbe a non essere all'altezza degli ideali per cui l'Europa si batte.

Il Coordinamento Italiano della Lobby Europea si associa al contenuto di tale Comunicato Stampa, condividendo la propria amarezza e delusione


La European Women's Lobby è la più grande organizzazione di associazioni femminili in Europa. Fondata nel 1990, l'EWL lavora per promuovere i diritti delle donne e l'uguaglianza tra uomini e donne e rappresenta più di 2000 organizzazioni in tutta Europa.

venerdì 10 maggio 2024

Il Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne scrive alle agenzie di stampa per assicurare una pari rappresentanza nei media durante la campagna elettorale per le elezioni europee di giugno 2024



                                                                                          maggio ’24

 

 

 

 

Oggetto: pari rappresentanza nei media durante le elezioni europee di giugno 2024

 

 

Gentilissimo/a

 

Le scrivo a nome del Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle donne e della European Women’s Lobby (EWL) e nel quadro della nostra campagna per le elezioni europee del 2024, che mira a garantire che i diritti delle donne e la pari rappresentanza siano una priorità nelle prossime elezioni europee di giugno. Come membro del panorama dei media europei, riteniamo che Lei abbia un ruolo cruciale da svolgere nel garantire  agli elettori l’accesso a informazioni di qualità a garanzia di una scelta informata.

 

Come noto, non tutti i candidati godono delle stesse opportunità in termini di visibilità e comunicazione della propria visione politica; le donne in politica inoltre sono spesso vittime di violenza online, il 58% secondo lo studio del’IPU del 2018

 

Da queste constatazioni deriva il nostro invito ad applicare la Legge n.28 del 22 febbraio 2000 sulla parità di accesso ai mezzi di informazione  durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica, a fornire agli elettori informazioni imparziali, indipendenti, ad offrire spazio ai temi relativi ai diritti delle donne respingendo stereotipi sessisti ed a garantire  pari opportunità di genere.

 

L’accesso a informazioni di qualità è fondamentale affinché gli elettori possano esercitare veramente e liberamente la propria libertà di scelta e il diritto di voto ed è 

 

per tutti i motivi sopra elencati che vorremmo invitarti a firmare l'impegno online della EWL per dimostrare il suo coinvolgimento nello sfatare gli stereotipi di genere e a promuovere la pari rappresentanza delle donne attraverso il suo lavoro.

 

La ringraziamo per il tempo che vorrà dedicare al nostro appello e rimaniamo a Sua disposizione  per ulteriori informazioni.

 

Rossella Poce                                                             

Presidente


Maria Ludovica Bottarelli Tranquilli-Leali

 Segretaria Generale


Donatella Martini 

gruppo EWL Donne e  Politica             


 

mercoledì 24 aprile 2024

Un momento storico! La Lobby europea delle Donne plaude all'adozione della prima direttiva UE sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica


[Bruxelles, 24 aprile 2024] -

 La Lobby Europea delle Donne (EWL)  ed il Coordinamento Italiano esprimono  la loro più sentita gratitudine a tutte le organizzazioni per i diritti delle donne, alle attiviste , alle sopravvissute ed alle responsabili politiche/ci femministe/i, la cui incrollabile dedizione è culminata nell'adozione, da parte del Parlamento europeo, della prima direttiva europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. Ciò significa che tutte le donne e le ragazze potranno godere dell' uguale diritto ad un  minimo di protezione, indipendentemente dal luogo in cui vivono in Europa.

Questo eccezionale traguardo è il risultato di decenni di attività di sensibilizzazione collettiva da parte dei membri dell'EWL, che si sono instancabilmente battute per i diritti e la sicurezza delle donne e delle ragazze in tutta Europa. Esprimiamo il nostro più profondo apprezzamento a tutte le persone e le organizzazioni che hanno contribuito a questa storica realizzazione di uno degli obiettivi prioritari dell'EWL sin dalla sua fondazione, avvenuta 35 anni fa.

Siamo immensamente orgogliose di questo risultato storico nell'ambito della nostra continua lotta per la parità tra donne e uomini e per l'eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze”,  sottolinea Iliana Balabanova, Presidente della Lobby Europea delle donne. “L'adozione di questa direttiva segna un passo fondamentale per garantire la sicurezza e la protezione delle donne e delle ragazze in tutte le sfere della vita, compresa quella online”.

L'EWL elogia il Parlamento europeo per aver riconosciuto l'urgente necessità di affrontare la violenza contro le donne e la violenza domestica, sia offline che online. Come evidenziato nell'analisi dell'EWL del testo approvato, con questa direttiva l'UE riconosce per la prima volta che la violenza contro le donne è un ostacolo al raggiungimento dell'uguaglianza tra donne e uomini per il quale l'UE ha l'obbligo di adempiere, come stabilito nei trattati.

“Questa direttiva stabilisce obblighi di importanza fondamentale per tutti gli Stati membri dell'UE, che devono ottemperare ai loro obblighi normativi e alle loro politiche per porre fine alla violenza contro le donne. Esortiamo gli Stati membri a mettere immediatamente in atto questa insieme di norme esaustive per salvare la vita di donne e ragazze", ha dichiarato Mary Collins, Segretaria generale dell'EWL.

“Gli Stati membri dovranno tenere conto dell'indispensabile bagaglio di competenze delle organizzazioni femminili e dei servizi specializzati per le donne che si occupano in prima linea di tutte le forme di violenza contro di esse,  sostenendo  le sopravvissute in  una prospettiva trasversale di genere”, ha dichiarato Laura Kaun, direttrice delle politiche e delle campagne di EWL.

Pur celebrando questo importante traguardo, la Lobby Europea delle Donne deplora il blocco da parte del Consiglio di diversi aspetti chiave della direttiva, in particolare l'esasperante decisione imposta da Francia e Germania di escludere l'articolo 5 sulla definizione armonizzata dello stupro basata sul consenso, in linea con gli standard della Convenzione di Istanbul. “Si tratta di una decisione assolutamente ipocrita e di una terribile occasione mancata per proteggere donne e ragazze da una delle forme più odiose di violenza e di affrontare i vergognosi livelli di impunità degli autori. La storia dimostrerà che la violenza sessuale è un problema dell'Unione Europea da cui nessun Paese è immune, ed una strategia per controllare e mettere a tacere le donne. È indispensabile disporre dei migliori strumenti legislativi per la prevenzione e per garantire alle sopravvissute l'accesso alla giustizia e alla riparazione, ora! “, afferma Irene Rosales, consigliere politico senior della  EWL.

La EWL ribadisce il proprio impegno a migliorare ulteriormente la direttiva e ad estenderne il campo di applicazione. Continueremo a promuovere il riconoscimento della violenza contro le donne come reato penale dell'UE, ivi compreso lo stupro, le molestie sessuali sul luogo di lavoro, la sterilizzazione forzata e l'intero campo della violenza sessuale e riproduttiva contro le donne.

La Lobby Europea delle donne ed il Coordinamento Italiano riaffermano  il loro impegno a far avanzare i diritti delle donne e a porre fine a tutte le forme di violenza contro le stesse . Insieme, continueremo a lavorare per un'Europa che garantisca ad ogni donna e ragazza una vita libera da ogni forma di violenza maschile e discriminazione.

I risultati della votazione odierna della plenaria del Parlamento europeo sono i seguenti:

  Favorevoli: 522

  Astenuti: 72

  Contrari: 27




lunedì 22 aprile 2024

La Lobby Europea delle Donne e il Coordinamento Italiano chiedono agli eurodeputati di votare la direttiva

  

                                                                                                                                                             


                                         Roma 22/04/2024

                                       






Oggetto: Sottoscrivete l'accordo e adottate subito la direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne!

 

Gentilissima/o  Onorevole,

Mi permetto di  contattarla nuovamente a nome del Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne , rappresentante l’Italia nel Consiglio di Amministrazione della European Women's Lobby (EWL) che, come è  già a sua conoscenza, è  la più grande organizzazione di associazioni femminili dell'Unione europea.

Alla vigilia della sessione plenaria di questa settimana, la EWL ed il Coordinamento Italiano  Le chiedono di votare subito a favore dell'adozione della direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica. 

Concretamente, Le chiediamo di:

🚫 In primo luogo, di  votare contro la mozione procedurale.

 Votare in  favore dell'accordo provvisorio sulla direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica.

Perché?

La EWL si è battuta strenuamente per l'inclusione dell'articolo 5 nella direttiva, che proponeva una definizione armonizzata dello stupro basata sugli standard della Convenzione di Istanbul. Tuttavia, a questo punto dei negoziati, è impossibile includere qualsiasi emendamento senza accantonare l'accordo raggiunto dal Parlamento europeo e compromettere così l'adozione della direttiva a tempo indefinito 

È indispensabile, di conseguenza, cogliere questa opportunità per adottare la prima direttiva in assoluto sulla lotta alla violenza contro le donne, che avrà un notevole  impatto  sulla vita delle stesse , sia oggi e che in futuro.

Una volta adottata la direttiva, la EWL ed  i suoi membri continueranno a battersi senza sosta per estendere il suo campo di applicazione a tutte le forme di sfruttamento sessuale e riproduttivo, in particolare allo stupro, le molestie sessuali sul luogo di lavoro ed alla sterilizzazione forzata.

La sollecitiamo, perciò,  a garantire l’adozione immediata di tale  direttiva.

I 250 milioni di donne dell'UE si aspettano questo da Lei .  

Qui  può trovare: l'ultima dichiarazione della EWLl'analisi iniziale del valore aggiunto della direttiva e la nostra interpretazione dell'accordo.

Restiamo a  Sua disposizione per qualsiasi domanda o richiesta di ulteriori informazioni.

 

Per il Coordinamento Italiano  della Lobby Europea delle Donne

 

La Presidente 

Rossella Poce

 

La Segretaria Generale

Maria Ludovica Bottarelli Tranquilli-Leali

mercoledì 10 aprile 2024

Invito a partecipare al bando per l'Agorà: il summer camp delle giovani femministe




Siamo lieti di informarvi che si è aperto il bando per partecipare al Young Feminist Summer Camp Agora, che si terrà dal 9 al 13 settembre 2024 a Bruxelles! 

                      REGISTRATEVI ORA: Termine: 16 maggio 2024

Il Comitato Esecutivo e la Segreteria vi invitano a contattare le giovani femministe all'interno delle vostre reti, incoraggiandole a partecipare all'AGORA di quest'anno. Siamo interessati all'ascolto e allo scambio con le giovani donne che fanno parte della nostra associazione. Non perdete questa opportunità di dare voce alle esigenze della nuova generazione all'interno della vostra organizzazione! 

                                                 COSA È  L'AGORA?

L'AGORA è un programma dell'EWL che porta a Bruxelles giovani femministe da tutta Europa per un incontro di 5 giorni al fine di  discutere ed esplorare il femminismo ed apprendere l'una dall'altra. Il prossimo AGORA si terrà dal 9 al 13 settembre 2024 e ora stiamo cercando candidati per la partecipazione.

                                                CHI PUÒ PARTECIPARE?

Il programma è aperto alle giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni (al momento dell'AGORA) che desiderano entrare in contatto con altre giovani femministe. Ci proponiamo, attraverso un campo estivo partecipativo di 5 giorni, di creare uno spazio in cui le giovani possano scambiare, colmare le lacune, ispirarsi ed essere ispirate, rafforzare i legami, rafforzare le competenze e ascoltare le voci di altre giovani femministe. Il nostro obiettivo è quello di mettere le giovani femministe europee in condizione di diventare leader attive in un mondo che cambia, offrendo loro uno spazio per condividere esperienze, conoscenze e idee.

Per maggiori informazioni o per candidarsi contattare Caitlin Raph all'indirizzo raph@womenlobby.org.

                                   



venerdì 8 marzo 2024

Analisi della Lobby Europea delle Donne (EWL) del testo concordato di Direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica






 Quasi trent'anni fa, in occasione della Piattaforma d'azione di Pechino del 1995, gli Stati membri dell'UE si sono impegnati con una sola voce a porre fine alla violenza contro le donne intesa come un problema strutturale delle nostre società. Da allora, la Lobby europea delle donne ha chiesto una legislazione completa a livello europeo. A distanza di trent'anni, la violenza contro le donne continua a essere la più diffusa violazione dei diritti umani delle donne in Europa, con implicazioni per tutta la vita sulla salute fisica e mentale delle donne.

La direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica è un'immensa pietra miliare per i diritti delle donne nell'UE e un importante passo avanti nella giusta direzione: stabilisce standard minimi per prevenire e combattere la violenza contro le donne e garantisce un livello minimo di protezione a tutte le vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica in tutta l'UE. La direttiva offre inoltre un'opportunità cruciale: con essa l'UE riconosce per la prima volta che agire su una base comune per porre fine alla violenza contro le donne, fa parte del suo mandato e dell'adempimento dei suoi obblighi per raggiungere la parità tra donne e uomini

La direttiva fornisce un pacchetto di misure complete che si fondano e vanno di pari passo agli standard della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, la cosiddetta Convenzione di Istanbul (ratificata dall'UE e da 22 Stati membri).

Inoltre, la direttiva apporta un importante pacchetto di obblighi comunitari a tutti e singoli gli Stati membri e ai Paesi in via di adesione Ci sono ancora cinque Stati membri (Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Lituania e Slovacchia) che non hanno ratificato la Convenzione di Istanbul, per i quali questa direttiva  diventa uno strumento essenziale per affrontare in modo globale la violenza contro le donne e la violenza sessuale. L'impatto della direttiva va oltre: ogni singolo Stato membro dovrà rivedere e modificare la propria legislazione e le proprie politiche per garantire che soddisfino almeno gli standard minimi della direttiva e dovrà informare dell'attuazione la Commissione europea, che in caso contrario potrà avviare procedure di infrazione.

La direttiva armonizza le definizioni di sette forme di violenza contro le donne:

- Due forme di violenza contro le donne secondo le definizioni della Convenzione di Istanbul: le  mutilazioni genitali femminili (MGF) e il matrimonio forzato.

  L'EWL deplora e condanna profondamente l'esclusione della definizione penale armonizzata di stupro basata sul consenso, imposta dal Consiglio dell'UE (maggioranza qualificata degli Stati membri), nonostante gli enormi sforzi e la mobilitazione delle organizzazioni femminili, delle sopravvissute, dei giuristi e dei  cittadini. Una definizione di stupro e di consenso è stata comunque inserita nel capitolo sulla prevenzione, come indicato di seguito. Sono state inavvertitamente omesse anche la sterilizzazione forzata e le molestie sessuali  L'EWL continuerà a lavorare incessantemente per garantire che in Europa prevalga un adeguato approccio comune allo stupro basato sul consenso liberamente dato - secondo gli standard della Convenzione di Istanbul - per porre fine alla vergognosa cultura dell'impunità e per assicurare che le sopravvissute si sentano al sicuro nel cercare giustizia e riparazione. Inoltre, l'EWL si batterà per garantire che il campo di applicazione della direttiva sia presto esteso a tutte le forme di sfruttamento sessuale e riproduttivo, comprese quelle sopra menzionate.

-Cinque forme di violenza online contro le donne e cioé: la  condivisione non consensuale di materiale intimo o manipolato, il cyberstalking, le  molestie informatiche, tra cui la ricezione non richiesta di materiale sessualmente esplicito (cyberflashing) e l' incitamento all'odio informatico.

Si tratta del primo quadro giuridico internazionale completo che fornisce definizioni delle principali forme di cyberviolenza non definite nella Convenzione di Istanbul. Un decennio fa, era inimmaginabile che l'esplosione esponenziale della violenza online sarebbe diventata una realtà quotidiana per milioni di donne e ragazze in Europa. La direttiva contiene disposizioni che conferiscono agli Stati membri il potere di impartire ordini ai servizi di hosting o di intermediazione per la rimozione dei contenuti.

La direttiva introduce inoltre un ulteriore livello di obblighi rispetto alla direttiva sui diritti delle vittime (DDV), che contiene un approccio orizzontale a tutte le vittime di reati ed è attualmente in fase di revisione. La Direttiva sulla violenza contro le donne e la violenza domestica impone un approccio di genere per la sua attuazione: diventando così,  anche,  uno strumento essenziale e specifico per affrontare le particolari esigenze e le sfide concrete delle vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica, la coercizione e l'intimidazione che le stesse subiscono, l'alto rischio di vittimizzazione secondaria o ripetuta e la minaccia alla loro vita. In aggiunta alle disposizioni della DDV, la Direttiva offre un pacchetto specifico di diritti alle vittime di tutte le forme di violenza contro le donne e di violenza domestica (secondo le definizioni nazionali), stabilendo regole minime per la denuncia e l'accesso alla giustizia, l'intervento precoce, la protezione e il sostegno alle vittime.

La direttiva contiene misure per migliorare l'identificazione precoce delle vittime e l'intervento precoce e per garantire a tutte le vittime canali accessibili per la denuncia. Obbliga gli Stati membri ad adottare meccanismi di protezione (come ordini restrittivi di emergenza, ordini di restrizione e di protezione) per garantire la sicurezza delle vittime da un pericolo immediato. La direttiva stabilisce standard per i servizi  specializzati di supporto, come le linee telefoniche dedicate  h24 ore e 7 giorni su 7 e le case di accoglienza, che devono essere accessibili a tutte le donne vittime e ai loro figli, comprese le donne con disabilità e le cittadine di paesi terzi. Inoltre, obbliga gli Stati membri a istituire centri specializzati per i casi di  stupro per fornire consulenza ed assistenza medica, psicologica e traumatologica, servizi per la salute sessuale e riproduttiva  alle vittime di violenza sessuale e di stupro, nonché un sostegno specialistico alle vittime di MGF e di molestie sessuali sul lavoro.

Inoltre, impone agli Stati membri di adottare un approccio intersettoriale e incentrato sulla vittima e di istituire un sostegno mirato per le vittime e per i gruppi a rischio con caratteristiche intersettoriali . La direttiva riconosce  il ruolo cruciale che i servizi specializzati per le donne e le organizzazioni femminili possono svolgono nel fornire consulenza e sostegno alle vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica, compresi i consultori per le donne, le case di accoglienza per le donne, le linee telefoniche dedicate, i centri di riferimento per la violenza sessuale e i servizi di prevenzione primaria.

Il gruppo negoziale del Parlamento europeo è riuscito a rafforzare le disposizioni sulla prevenzione della violenza contro le donne, compresa una nuova disposizione per prevenire lo stupro e la violenza sessuale e misure specifiche per prevenire le MGF, il matrimonio forzato e i crimini informatici. Gli Stati membri si impegnano ad adottare misure adeguate volte a sfidare gli stereotipi negativi e ad affrontare le cause profonde della violenza, in particolare nel contesto delle relazioni sessuali. Tali misure dovrebbero essere sviluppate in collaborazione con le ONG e in particolare con le organizzazioni femminili. Gli Stati membri si impegnano a promuovere il ruolo centrale del consenso, dato volontariamente come risultato della libera volontà, del rispetto reciproco, del diritto all'integrità sessuale e dell'autonomia corporea; e dovranno agire per aumentare la conoscenza del fatto che gli atti sessuali senza consenso sono un reato penale. Gli Stati membri dovranno tenere conto delle barriere linguistiche e sviluppare azioni mirate per i gruppi a maggior rischio, tra cui "i bambini, tenendo conto della loro età e maturità, le persone con disabilità, le persone con disturbi legati all'uso di alcol e droghe e lesbiche,i  gay, i bisessuali, i  trans o intersessuali".

Tutti gli obblighi della Convenzione di Istanbul, compresa la definizione di stupro basata sul consenso e sul libero arbitrio nelle varie circostanze, rimangono validi per gli Stati membri che l'hanno ratificata.  La EWL e i suoi membri continueranno a monitorare da vicino la sua attuazione insieme ai nuovi obblighi acquisiti nella Direttiva. In base alla clausola di non regressione della Direttiva, gli Stati membri dell'UE non possono usare la Direttiva come motivo per ridurre il livello di protezione delle vittime. L'EWL, inoltre,  continuerà a insistere a livello nazionale per ottenere modifiche adeguate alla legislazione e si batterà per l'estensione del campo di applicazione di questa direttiva, al fine di garantire una definizione armonizzata di stupro a livello europeo che definisca in modo coerente questo reato basato sul consenso liberamente dato in circostanze di autonomia e reciprocità.

Inoltre, la EWL invita tutti gli Stati membri dell'UE e non solo a ratificare la Convenzione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro sulla violenza e le molestie nel mondo del lavoro (Convenzione 190) e le sue raccomandazioni n. 206, che forniscono standard lavorativi oltre ad  un quadro comune per prevenire, porre rimedio ed eliminare la violenza e le molestie nel mondo del lavoro e sostenere le vittime, comprese le vittime di violenza e le  molestie dei partner. Il Parlamento europeo ha recentemente dato il via libera alla decisione del Consiglio che invita gli Stati membri a ratificare la Convenzione 190 dell'OIL.

Infine, la EWL chiede che la violenza contro le donne sia aggiunta all'elenco degli euro crimini nel Trattato sul funzionamento dell'UE (articolo 83.1) per allargare la base giuridica dell'UE. Ciò consentirà di ampliare il campo di applicazione della direttiva in modo da includere le definizioni penali di tutte le altre forme di violenza maschile contro le donne.

giovedì 7 marzo 2024

Oggi, domani e ogni giorno - poniamo fine alla violenza contro le donne e le ragazze in Europa


Nella Giornata internazionale della donna, la Lobby europea delle donne pubblica la sua analisi dell'accordo sulla direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, chiedendone l'immediata adozione.

In questa giornata, esprimiamo la nostra solidarietà a milioni di donne in Europa e nel mondo che sono state vittime di una o più forme di violenza nel corso della loro vita.  Metà della sua popolazione é, infatti, quotidianamente a rischio di violenza e molestie, sebbene l'Unione europea sia, sotto molti aspetti, una delle regioni più sviluppate al mondo 

-          Ogni giorno nell'UE almeno 2 donne vengono uccise dal partner  o da un familiare;

-          Il 44% delle donne ha subito violenza psicologica da parte del partner.

-          quasi l'80% di coloro che subiscono violenza da partner non la denuncia

"La violenza contro le donne non è mai una questione privata, ma una problematica strutturale radicata nel patriarcato, nel sessismo e nella misoginia. Dobbiamo cogliere questa opportunità per adottare la direttiva e fare un primo passo significativo verso la rimozione di tutte le forme di violenza contro le donne e le ragazze nell'UE", ha dichiarato Iliana Balabanova, Presidente della EWL.

La Lobby europea delle donne ha accolto con favore l'accordo siglato a febbraio dalla Presidenza belga dell'UE e dal Parlamento europeo sulla prima direttiva in assoluto sulla violenza contro le donne e la violenza domestica. Si tratta del primo atto legislativo a livello europeo dedicato ad affrontare in modo esaustivo questo tema e dovrà essere adottato entro la fine del corrente mandato. Il testo dell'accordo stabilisce una serie di regole minime per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica e rispondere alle esigenze specifiche delle vittime.

A seguito della nostra analisi del testo concordato, l'EWL ne chiede l'immediata adozione da parte del Consiglio e del Parlamento europeo e invita gli Stati membri a garantire che la sua attuazione avvenga rapidamente, prendendo in considerazione le competenze e le richieste delle organizzazioni femminili. Leggi qui la nostra analisi.

È prevista una revisione della direttiva entro un massimo di 5 anni dall'attuazione, offrendo così un'opportunità cruciale per estendere il suo campo di applicazione. L'EWL e i suoi membri continueranno a lavorare incessantemente per garantire che in Europa prevalga un approccio comune adeguato allo stupro basato sul libero consenso. È fondamentale porre fine alla vergognosa cultura dell'impunità e garantire che le sopravvissute si sentano al sicuro nel cercare giustizia e riparazione. Inoltre, l'EWL si batterà per garantire che il campo di applicazione della direttiva venga presto esteso a tutte le forme di sfruttamento sessuale e riproduttivo, compresi lo stupro, la sterilizzazione forzata e le molestie sessuali.

Più di 140.000 cittadini europei hanno firmato la petizione  della  EWL e  di WeMove Europe che chiede ai responsabili politici dell'UE di adottare la direttiva e di garantire che l'Europa sia un luogo sicuro per tutte le donne e le ragazze e che l'autonomia sessuale delle donne sia ben protetta.


Per saperne di più sulla campagna di EWL sulla direttiva clicca qui.


Unitevi a noi per trasformare la Giornata Internazionale della Donna in un appello per sradicare tutte le forme di violenza maschile contro le donne!



martedì 20 febbraio 2024

D.i.Re COMUNICATO STAMPA CEDAW: raccomandazioni all’Italia. Accolte le istanze della società civile

 


                                                  COMUNICATO STAMPA  

                                             CEDAW: raccomandazioni all’Italia. 

                                             Accolte le istanze della società civile


D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza esprime soddisfazione per il contenuto delle Osservazioni conclusive sull’ottavo rapporto dell’Italia sulla Convenzione per l’Eliminazione delle Discriminazioni contro le Donne (CEDAW). Sono stati, infatti, molti i punti segnalati dal rapporto della società civile – presentato lo scorso 29 gennaio a Ginevra – ripresi dal Comitato per formulare specifiche raccomandazioni allo Stato italiano.


 

Le osservazioni delle esperte del Comitato confermano l’Italia come un paese caratterizzato dalla persistenza del sessismo e degli stereotipi di genere a livello sociale e istituzionale in relazione a tutti i temi trattati dalla CEDAW, in particolare educazione, violenza, lavoro, affermazione dei diritti delle donne, accesso alla giustizia” dichiara Marcella Pirrone, avvocata Rete D.i.Re. 


Infatti, le osservazioni conclusive del Comitato Cedaw sull‘ottavo rapporto periodico dell’Italia, pubblicate nella giornata del 19 febbraio 2024, raccomandano allo Stato di rafforzare in modo sistemico e in una prospettiva di lungo termine la dimensione di genere nell'attuazione della Convenzione per l’Eliminazione delle Discriminazioni contro le Donne – ratificata dall’Italia nel 1985, e di adottare misure per affrontare efficacemente le disparità regionali nel godimento dei diritti delle donne. 

La grave disparità economica e, in generale, di potere tra uomo e donna, così come nelle relazioni familiari e in ambito lavorativo, o nella partecipazione a tutti gli ambiti politici, culturali, sociali ed economici della società, è considerata con grande preoccupazione dal Comitato che chiede allo Stato di “38 (a) Riformulare la politica nazionale per le pari opportunità sul lavoro e continuare e rafforzare ulteriormente le misure volte ad aumentare l'accesso delle donne all'occupazione“ con ulteriore richiesta di “38 (c), aumentare la disponibilità di strutture e servizi di assistenza all'infanzia di qualità a prezzi accessibili in modo significativo e adottare programmi volti a sostenere le donne che cercano di rientrare nella forza lavoro dopo lunghe interruzioni di carriera…”.


È stato delineato un quadro di persistenti discriminazioni e mancata affermazione dei diritti delle donne in Italia, che è radice del problema della violenza contro le donne ed esacerba tutte le forme di violenza (fisica, psicologica, sessuale, economica e domestica) che infatti il Comitato chiede di definire in linea con la Raccomandazione generale n. 35 sulla violenza di genere contro le donne, aggiornando la Raccomandazione generale n. 19. Rispetto all’ esistente sistema di contrasto alla violenza il Comitato osserva gravi deficit strutturali”, afferma Elena Biaggioni, vicepresidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza


Oltre a sottolineare la rilevanza cruciale  di finanziamenti adeguati ai centri antiviolenza e alle case rifugio, il Comitato ha espresso importanti raccomandazioni che riguardano nello specifico la violenza alle donne:

·      “Rafforzare la formazione dei professionisti in ambito giudiziale e legale nonché affrontare i pregiudizi giudiziari di genere e prevenire la vittimizzazione secondaria delle donne (16 (b))

  •   Garantire, attraverso formazione continua e obbligatoria di giudici, pubblici ministeri,                     funzionari di polizia e altri funzionari incaricati dell'applicazione della legge (…omissis…)
  •  che gli ordini di protezione siano effettivamente applicati e monitorati, con sanzioni in           caso di mancata osservanza (28 (e)).” 

Uno dei temi più sentiti dai  centri antiviolenza riguarda l’affidamento dei figli e delle figlie nelle separazioni, in presenza di situazioni di maltrattamento o violenza. Il Comitato ha espresso preoccupazione e, al punto 56 (a), raccomanda di “garantire che i tribunali diano il giusto peso alla storia di violenza di genere quando decidono sull'affidamento dei figli o sui diritti di visita, e fornire una formazione obbligatoria e continua a giudici, avvocati e servizi minori a questo proposito”.


Il Forum Italiano sulle Disabilità esprime soddisfazione per le osservazioni del Comitato: “Le esperte del Comitato CEDAW hanno ascoltato le voci delle ragazze e delle donne con disabilità. Ora abbiamo strumenti validati per chiedere al nostro Paese che è giunta l’ora di eliminare le discriminazioni”


Per Action Aid “Assicurare adeguate risorse umane, tecniche e finanziarie al sistema antiviolenza italiano e potenziare l’impianto normativo delle politiche antiviolenza, garantendo il coordinamento con le Regioni, è dirimente per prevenire la violenza maschile contro le donne, fornire assistenza e supporto ed eliminare le disparità territoriali. ActionAid accoglie con particolare favore questa raccomandazione all’Italia del Comitato ONU per l’eliminazione della discriminazione contro le donne, in linea con le evidenze che da anni raccoglie per garantire a tutte le donne, indipendentemente dal luogo di residenza, il diritto a vivere una vita senza violenza.”


SNOQ? Torino: “Il Comitato ha espresso preoccupazione per l’effetto ostacolante al diritto di aborto dell’ampio ricorso all’ obiezione di coscienza su tutto il territorio italiano. La grave disapplicazione della L. 194 e le forti differenze territoriali rimangono un problema e ciò rafforza le richieste della società civile di implementazione effettiva della legge oltre   che di recepimento delle recenti linee guida dell'OMS.”


Secondo PartecipArte “Le indicazioni del Comitato rispetto al tema dell’educazione sono in netta contraddizione con il piano di lavoro del Ministro Valditara.  Troviamo, infatti, la raccomandazione 36 (b)  che chiede di “Garantire che gli stereotipi di genere siano eliminati dai libri di testo a tutti i livelli di istruzione e in tutte le regioni dello Stato parte, e che i curricula scolastici, i programmi accademici e la formazione professionale degli insegnanti trattino adeguatamente i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere; e la raccomandazione 36 (c) che chiede di “Fornire un'educazione obbligatoria, completa e adeguata all'età sulla salute e sui diritti sessuali e riproduttivi alle ragazze e ai ragazzi come parte del normale curriculum scolastico,…”” .


CEDAW – raccomandazioni Italia

 

 

Hanno contribuito alla stesura del Report:

D.i.Re - Donne in Rete contro la Violenza - Titti Carrano, Rebecca Germano, Marcella Pirrone

Associazione Coordinamento Donne - D.i.Re - Elena Biaggioni

CADMI - Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate Milano - D.i.Re - Benedetta Tonetti 

Centro antiviolenza VivereDonna - D.i.Re - Silvia Menecali

Centro antiviolenza “Roberta Lanzino” - D.i.Re - Paola Sdao 

Centro Veneto Progetti Donna - D.i.Re - Irina Lenzi, Stefania Loddo, Claudia Pividori 

Action Aid Italia - Isabella Orfano, Rossella Silvestre

AIDOS - Maria Grazia Panunzi

Associazione Il progetto Alice - Cristina Gamberi

Assolei Aps - Dalila Novelli 

BeFree -Cooperativa Sociale contro tratta, violenze discriminazioni - Oria Gargano

CGIL - Mabel Grossi

Coordinamento italiano della Lobby Europea delle Donne/Lef – Italia - Titti Carrano 

COSPE - Margherita Accornero, Debora Angeli

Cpo Usigrai - Monica Pietrangeli

DonneinQuota - Donatella Martini

DonnexDiritti Association - Luisa Betti Dakli

Educare alle differenze - Margherita Accornero, Cristina Gamberi, Sara Marini

Escapes - Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate - Barbara Pinelli

Forum Associazione Donne Giuriste - Siusi Casaccia 

GIUdiT Associazione Giuriste d’Italia - Maria Grazia Giammarinaro, Milli Virgilio

GiULiA Giornaliste - Serena Bersani

International Women - Lucrezia Cairo 

Forum Italiano sulla DIsabilità - Luisella Bosisio Fazzi, Silvia Cutrera

Ladynomics - Giovanna Badalassi

LeNove - Studi e ricerche sociali - Stefania Pizzonia

PartecipArte - Claudia Signoretti

Period Think Tank - Giulia Sudano

Rete per la Parità - Rosanna Oliva

SCoSSE Aps - Sara Marini

SeNonOraQuando? Torino - Gabriella Congiu, Enrica Guglielmotti, Laura Onofri

The Advocates for Human Rights 

Marina Della Rocca 

Letizia Lambertini

Cecilia Robustelli 

Linda Laura Sabbadini