martedì 29 maggio 2012

Bollino rosa per 108 ospedali contro il dolore al femminile

Per la Giornata nazionale del sollievo, il premio dell'Osservatorio nazionale sulla salute della donna a una serei di strutture sanitarie. Sarà possibile richiedere visite gratuite, partecipare a incontri e convegni, ritirare materiale informativo, avere consulti con esperti di VALERIA PINI http://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2012/05/26/news/bollino_rosa_per_108_ospedali_contro_il_dolore_al_femminile-35969026/

Congo, violenza alle donne "E' ora di rompere il silenzio"

Stupri di massa, mutilazioni, fosse comuni non sono "effetti collaterali" di una guerra ma una vera e propria strategia militare perpetrata ai danni di una popolazione. Circa 400.000 stupri l'anno (due donne su cinque) da moltiplicare per 16 anni di guerra che colpiscono tutti, bambine di 3 anni (il racconto è agghiacciante perché alle bambine spesso restano le anche rotte per gli stupri di gruppo) e persone di 90 anni di LAURA LANDOLFI http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2012/05/28/news/congo_violenza_alle_donne_e_ora_di_rompere_il_silenzio-36106492/

L'inchiesta Storie di violenza/perché l'ho fatto la parola agli uomini

"Ci sono i padri-padroni. Ci sono gli irriducibili che maltrattano senza chiedersi perché. Sono solo la punta dell’iceberg... Sotto, si cela una moltitudine di uomini che insultano, tirano sberle...E poi quelli che si interrogano e non sanno come uscirne". http://27esimaora.corriere.it/articolo/linchiesta-storie-di-violenza2perche-lho-fattola-parola-agli-uomini/

La violenza sulle donne non e' tema da par condicio

"La vostra inchiesta sul Corriere ha dei pregi ma in nessun altro ambito di violenza che non sia quella verso le donne la voce del carnefice viene avvertita come necessaria". http://27esimaora.corriere.it/articolo/la-violenza-sulle-donne-non-e-tema-da-par-condicio/

venerdì 25 maggio 2012

La cultura del lavoro al femminile


La Presidente, avvocato Siusi Casaccia, del Coordinamento Italiano della Lobby Europea partecipa all'evento: "la cultura del lavoro al femminile", sabato 26 maggio, presso la Sala del Consiglio del Comune di Bergamo





Seminario "Donna, Violenza, Salute"


“Donna, Violenza, Salute”


Ieri giovedì 24 maggio, alla Salone delle Feste, del Palazzo Bastogi, di Firenze, si è tenuto il seminario “Donne, Violenza, Salute”, organizzato dalla Lef-Italia, dal CNAI e dalla regione Toscana.
                                                                                                  
La Consigliera regionale Daniela Lastri, nel Suo cenno di saluto, sottolinea come la violenza di genere sia sotto gli occhi di tutti, ricordando che l’OMS stabilisce come questa sia una priorità di saluta pubblica, oltre ad essere una violazione dei diritti umani. In Toscana, secondo i dati del 2011, 1880 donne si sono rivolte ai centri di accoglienza denunciando una violenza, 121 in più rispetto all'anno precedente. Tra queste il 66% sono italiane. Chi denuncia ha, molto spesso, un titolo di studio medio alto ed e di età comprese fra i 30-49 anni. Le violenze sono, quasi sempre, perpetrate da partner, per il 60%, la restante percentuale dagli ex partner o datori di lavoro. Due terzi delle donne hanno usufruito dei servizi di base in ambito socio-sanitario e delle forze dell'ordine. Oggi c’è anche un’altra forma di violenza che viene denunciata, e che è stata riconosciuta e tutelata, lo stalking. Quasi sempre la denuncia avviene quando alla violenza assistono anche i figli, c'è come un maggior coraggio, e così, molti servizi hanno messo appunto anche interventi specifici per i figli testimoni di violenza. La Toscana cerca di avere un intervento attento, perché una maggior propensione alla denuncia c'è laddove ci sono più servizi e informazione. Nel 2007, la Regione Toscana Ha approvato la legge n. 54 contro la violenza di genere. Oggi grazie all' Osservatorio si possono tenere sotto controllo i fenomeni e dare di conseguenza servizi adeguati. La vera forza sta nella volontà di attivare un lavoro comune. La Legge sulla Cittadinanza di genere integra le attività e cerca di combattere gli stereotipi anche in ambito socio culturale. Anche qui rimane un forte impegno della Regione, che si concretizza in un importante lavoro di rete e normative.

Anna Maria Olivieri fa una breve introduzione riguardante lo scopo dell’incontro che vuole riprendere le fila del lavoro svolto in campo socio sanitario, dopo il Protocollo dell’OMS in materia.

Parla la Presidente della Lef-Italia avvocato Siusi Casaccia. Illustra brevemente cosa e' la Lobby, introducendo il tema dell'uguaglianza. Si parla parecchio della violenza di genere in quanto è, Purtroppo, un fenomeno che pervade tutte le società. Ricorda la Campagna “Mai più complice”. Ricorda poi che l’aspetto con il quale ci si misura è la modalità dell'accoglienza delle donne vittime nelle strutture anti violenza. Sottolinea ancora come il fatto di avere dati non significa riscontrare che il fenomeno sia più accentuato ma che il monitoraggio e l'attenzione al fenomeno stesso lo porta alla luce maggiormente e porta le donne ad una maggior volontà di denunciare. Uno dei bisogni che rimangono nella problematica del sostegno alla donna vittima è la modalità di intervento dei singoli operatori. L'accesso alla tutela da parte della pubblica sicurezza o nell'ambito sanitario rimane difficoltosa ed anche il dialogo tra i singoli interlocutorie' difficile. La richiesta di giustizia rimane molto complicata.
Maria Stella D'Andrea, professore universitario, criminologa e medico legale della AUSL di Reggio Emilia. Spiega la riflessione maturata nel suo lavoro. La violenza rimane un fenomeno sommerso se negli operatori e nelle istituzioni non c'è la capacita di ascoltare le vittime, di capire i loro silenzi, di ridare un volto ad un viso e di avere una professionalità comune, una “vision” ed una “mission” condivise. La violenza sulle donne è un fenomeno per cui l’assenza di lesioni fisiche non coincide con un'assenza di violenza. Nella Dichiarazioni delle Nazioni Unite viene fatta menzione della violenza, come nell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa del 2002. Quella dell'Europa non e' solo una direttiva ma un imperativo etico, morale, deontologico. Lo stupro perpetrato dal coniuge diventa reato negli USA solo nel 1993, diventa perseguibile il carnefice che considera la donna solo un pezzo di carne, un oggetto. Il compito degli operatori socio sanitari è quello di umanizzare nuovamente la vittima. Le vittime hanno paura, si vergognano, provano sudditanza o senso di protezione nei confronti del carnefice; gli operatori spesso hanno una scarsa conoscenza delle procedure, non si fidano del racconto fatto dalla donna, per inesperienza o per non sbagliare non agiscono. Nel triage si fa stare anche il carnefice, poiché gli operatori hanno timore delle ripercussioni. Fare un lavoro di rete e' fondamentale, vuol dire valutare le risorse che entrano in gioco, avere la capacita di fare un progetto più ampio. Uscire dalla logica dell'out- out (non è compito mio, non spetta a me) ed entrare in una logica dell'et-et (un lavoro comune per giungere ad un medesimo risultato). La violenza resterà un fenomeno sommerso se la visita medica rimarrà solo clinica. Fondamentale e' il dialogo che deve essere anche ascolto; il dialogo e' un incontro tra due persone. Un problema fondamentale è quello del tempo. Tempo, spazio, ascolto, competenza diventano respingenti di tutte le negatività e di eventuali errori che si potrebbero compiere. L’umanizzazione della vittima deve essere il compito dell'operatore. Si deve cominciare a parlare di formazione degli operatori.

Il Dottor Stefano Gaiardi del Servizio prevenzione e protezione della AUSL Ravenna, illustra come in una struttura sanitaria il dolore si esprima anche in azioni violente sul personale ospedaliero. La violenza negli ambienti di lavoro si studia dagli anni 80 e sono stati prodotti molti documenti, all’interno dei singoli Stati a livello europeo, dall'OMS. Il Ministero della Sanità, nel 2007, ha prodotto una linea guida che identifica quello che in ambito di sicurezza sul posto di lavoro si ritenuta come violenza. Si studia il fenomeno da tutti i punti di vista. La casistica in Italia aumenta con l'aumento dell'attenzione sul fenomeno. Da documenti redatti negli USA l’incidenza della violenza sul personale medico e' molto elevata. La Comunità Europea e l'Agenzia Sicurezza sul Posto di Lavoro hanno analizzato la situazione in tutti i paesi UE, l'Italia e' leggermente in posizione superiore alla media. La violenza può essere fisica, morale e verbale. Dai risultati sulla valutazione dei rischi la figura professionale più interessata e' l'infermiere poi il medico, i tecnici, ... 76% del personale ha avuto almeno un caso di violenza negli ultimi 3anni, il 67% non denuncia l’aggressore subita dai parenti dei pazienti, pazienti, mariti di pazienti, ... Di queste il 70% sono aggressioni fisiche, dove? Su ambulanze, in strada, triage, ambulatorio, domicilio del paziente, ... Non c'è differenza di aggressione fra i sessi; da statistiche i numeri di aggressione sul personale medico femminile sono più elevati ma solo perché il numero delle infermiere è maggiore. La maggior parte delle violenze sul personale avviene durante la visita in pronto soccorso. Si parte dagli insulti verbali si arriva alla violenza fisica, l’uso di armi e a volte sino alla morte. Si cerca di fare corsi di formazione per interrompere la violenza. Molte sono le cause. Fattori legati al paziente. Misure di prevenzione e protezione.

La dott.ssa Suprani dirigente infermieristica dell’AUSL di Ravenna ed esponente CNAL. Punta il dito sull’importanza dell’associazionismo in quanto c’è la volontà di fare ciò che si crede e non si dipende da nessuno. La Suprani porta un Filmato che mostra come poter migliorare il percorso delle donne vittime di violenza, filmato focalizzato sul punto di vista della donna che arriva nella struttura ospedaliera e ha a che fare con gli operatori. È stato creato assieme a Linea Rosa, all'azienda AUSL di Ravenna e alla Regione Emilia Romagna,  con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Illustra brevemente, quindi, la storia della CNAL. I punti fondamentali sono la violenza contro le donne e la violenza e la sua prevenzione nella sanità (gli infermieri molto sono vittime dalla violenza). Racconta come nel 2001, il CNAL abbia presentato un’iniziativa: come affrontare la violenza sul posto di lavoro. Nel 2007 ha invece organizzato un evento: la relazione assistenziale con il malato difficile, che comprende anche contribuire al progetto: violenza sulla donna in ambito sociale e lavorativo sanitario, prevenzione presa in carico e continuità e monitoraggio. DVD e dossier “basta poco per cambiare”.
La dott.ssa Doretti dirigente medico responsabile del centro di coordinamento delle vittime di violenza AUSL 9 Grosseto. Ci parla del Codice Rosa. Un progetto che nasce come locale, diventa regionale e nell'ultimo mese e' diventato progetto nazionale. Grosseto ha un’ottima rete provinciale anti violenza dal 2002. Si e' cominciato con un protocollo di intesa. Dal 2003 si concentra l’attenzione sulla violenza sulle donne. È un dovere ricordare le 100 milioni di bambine che mancano all'appello, le mutilazioni genitali femminili, la nuova forma di mutilazioni con pietre bollenti per deturpare il seno delle bambine, dice la dottoressa. La violenza sulle donne non ha barriere difensive. Le donne che muoiono per problemi legati al genere nel mondo, sono pari, ogni quattro anni, alle vittime dell'olocausto (The Economist 2007). In Italia nel 2011 le donne uccise sono state 193, questo ci fa capire che il femminicidio incide più della mafia. I costi socioeconomici della violenza domestica sono altissimi, infatti, una vittima costa moltissimo. L’AUSL 9 ha fatto un passo in dietro raccogliendo le criticità più forti e partendo dall’assunto per cui tutte le vittime prima o poi passano dal pronto soccorso. Nasce così la task force interistituzionale, che ha portato ad un patto di intesa. “Fasce deboli” è un termine che non piace a tutti ma è stato mutuato dalla Procura, ci sono sempre magistrati addestrati per fronteggiare i casi riguardanti le fasce deboli: anziani, immigrati, omosessuali, disabili... L’addestramento degli operatori della task force si concentra sull’ascoltare i silenzi tra le voci. La squadra compatta è formata da operatori socio sanitari, forze dell'ordine, sentinelle (farmacisti, insegnanti,...), magistrati, ... A giugno 2011 viene posta in essere la delibera 495. Si è potuto vedere come del Codice Rosa, usufruiscano entrambi i sessi, in fascia di età giovane, e la differenza è molto sottile. In 2 anni circa si possono contare 1000 Codici Rosa. Nessuno ha più detto non e' di mia competenza. Il libro sull’esperienza del Codice Rosa si può trovare alla  libreria Feltrinelli.
Siusi Casaccia, Presidente del Coordinamento, conclude sottolineando l’intensità nei racconti che analizzano, da più punti di vista, uno stesso problema. Nota con piacere la grande formazione e sviluppo dei centri anti violenza che, inizialmente, nacquero spontaneamente proponendosi di aiutare le donne ascoltandole; infatti la violenza ha bisogno di essere riconosciuta. Bisogna educare a trasferire e trasformare in capacita professionale l'ascolto. Ringrazia quanti sono intervenuti e si impegna a riproporre momenti di incontro simili. 

mercoledì 23 maggio 2012

Comunicato della Fnism, Federazione Nazionale Insegnanti

Riceviamo dalla Presidente del CNDI, prof. ssa Gigliola Corduas, questo comunicato che condividiamo e pubblichiamo.


Fnism

Federazione Nazionale Insegnanti

Associazione Professionale Qualificata per la Formazione Docenti DM 177/2000
Prot. n. 2382/L/3 - 23.05.2002

COMUNICATO                                                                                                  

E’ sul presente e sul futuro dei nostri giovani che si gioca la parte più delicata e più difficile della crisi che stiamo attraversando. Ce lo conferma in maniera cruda l’attentato di Brindisi che ha tolto la vita a una ragazza e ne ha ferite altre.
Le vittime sono studentesse dell’istituto professionale “Francesca Mordillo Falcone”, intitolato a chi ha già pagato un tributo di sangue nella lotta alla malavita.  
Una scuola pubblica dove si fa educazione alla legalità e ci si preoccupa di alimentare una tenuta sociale costruita sul rispetto delle regole di convivenza civile e ci si impegna per salvaguardare ideali che non hanno bisogno di retorica ma di cultura e di buone pratiche.
La violenza di un’esplosione programmata nei dettagli, i quaderni scagliati lontano, gli zainetti bruciati colpiscono quanto le parole spezzate delle compagne di scuola e il disorientamento degli adulti che cercano spiegazioni.
Si tratti di un attentato di terrorismo o di mafia o di qualsiasi altra follia, è sicuramente e innanzitutto un attacco alla scuola pubblica che nella scarsa attenzione generale continua ad essere il più forte baluardo all’imbarbarimento e all’inciviltà.
E’ un attacco ai giovani di una generazione cui non si sta solo negando un orizzonte di futuro fatto di lavoro e di normalità, ma anche il presente. E’ nostro dovere ricostruire un tessuto di fiducia e di sostegno attorno alla scuola e ai nostri giovani, non abbiamo altro che loro.

(19 maggio 2012)

martedì 22 maggio 2012

lunedì 21 maggio 2012

Quei paesi dove partorire è spesso sinonimo di morire

Quei paesi dove partorire è spesso sinonimo di morire

Ogni anno nel mondo più di 500.000 donne muoiono dando alla luce un bambino a causa di complicanze in gravidanza o durante il parto. In Africa una donna ogni 16 è a rischio, mentre nei cosiddetti paesi industrializzati il rapporto è di 1 su 3.800. Situazione difficile anche in Afghanistan. Le raccolte di fondi a sostegno della maternità

di MARTA RIZZOhttp://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2012/05/11/news/kenya_il_paese_dove_partorire_spesso_sinonimo_di_morire-34919336/

Medio Oriente, una tratta delle schiave nel "mercato" delle lavoratrici domestiche

Medio Oriente, una tratta delle schiave nel "mercato" delle lavoratrici domestiche

Un progetto contro il traffico delle lavoratrici migranti nel Mashrek - l'insieme dei paesi arabi che si trovano ad oriente del Cairo - voluto  dall'associazione Un ponte per 1. E' la Jordanian  Women's Union 2 che nasce l'idea di una visita che coinvolge operatrici sociali di Giordania, Libano ed Egitto per studiare il sistema italiano di protezione delle vittime di tratta per sfruttamento sessuale o lavorativo

di LAURA LANDOLFIhttp://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2012/05/10/news/medio_oriente_una_tratta_delle_schiave_nel_mercato_delle_lavoratrici_domestiche-34882641/

Lei che cosa mi rifarebbe? L’ho chiesto a sette chirurghi

Per comprendere le ragioni del bisturi business mi sono messa in gioco... E le diagnosi sono state peggiori di quanto immaginassi


http://27esimaora.corriere.it/articolo/lei-che-cosa-mi-rifarebbelho-chiesto-a-sette-chirurghi/

Afghanistan, "Prima dell'exit strategy le donne complici del processo di pace"

Afghanistan, "Prima dell'exit strategy le donne complici del processo di pace" 

L'appello della Fondazione Pangea 1 in occasione del 25° Vertice Nato dei Capi di Stato e di governo a Chicago. la guerra dal 2001 al 2011 ha provocato 12 mila morti tra i civili e 3 mila militari: "un bilancio pesante che lascia sul terreno una situazione instabile densa di minacce"

Diritti di cittadinanza uguali per donne e uomini - aiuta a definire l'ordine del giorno!

Diritti di cittadinanza uguali per donne e uomini - aiutare a definire l'ordine del giorno!

In vista dell'Anno Europeo sulla Cittadinanza 2013, la Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica: "Ai cittadini dell'UE: i vostri diritti, il tuo futuro", dove tutti i cittadini dell'UE hanno la possibilità di esprimere le proprie opinioni sull'Unione Europea e sui loro diritti di cittadini. La consultazione pubblica sarà aperta fino al 09 settembre 2012 e le opinioni espresse durante questo tempo aiuteranno l'Unione Europea a preparare una relazione cittadinanza per l'anno 2013. La Commissione Europea ha pubblicato un primo rapporto della cittadinanza nel 2010 per informare i cittadini europei sui loro diritti, nonché ad emanare 25 linee guida su come la vita dei cittadini dell'Unione Europea può essere migliorata. Nel 2013 verrà pubblicata una relazione sull'Anno europeo dei cittadini.
Le questioni principali da affrontare sono le seguenti:
  • Avete mai incontrato difficoltà spostandovi in un altro paese dell'UE?
  • Avete mai avuto problemi quando avete cercato di fare acquisti online da un altro paese dell'UE?
  • In che tipo di Unione vorresti vivere nel 2020?
Per saperne di più su questa consultazione pubblica e condividere le tue opinioni con la Commissione per favore clicca qui .
La EWL accoglie con grande favore l'Anno europeo dei cittadini avviato dalla vicepresidente della Commissione Viviane Reding come un'opportunità per promuovere l'uguaglianza fra donne e uomini nell'accesso al processo decisionale democratico, il più elementare diritto conferito dalla cittadinanza. La EWL sottolinea la necessità di aumentare il numero delle donne nel processo decisionale anche a livello UE. Solo un terzo dei Commissari e il 35% dei membri del Parlamento Europeo sono donne.
Per maggiori informazioni:

la Segretaria Generale della EWL è stata nominata membro del Global Civil Society Advisory Group dello UN Women

EWL Segretario Generale nominato come membro del Global Civil Society Advisory Group delle Nazioni Unite alle donne

La Segretaria Generale della EWL Cécile Gréboval è stata nominata come uno dei membri del nuovo  Global Civil Society Advisory  Group istituito per mantenere i contatti con l'agenzia dei diritti delle donne delle Nazioni Unite. La EWL ha una lavorata a lungo a livello di Nazioni Unite nel quadro della Commissione sulla condizione delle donne e del Comitato economico e sociale, ed è stata il punto focale europeo della campagna globale che ha portato alla fondazione della UN Women, la campagna GEAR.
Maggiori informazioni sulla campagna GEAR possono essere trovate quiDi seguito è riportato il comunicato stampa da parte dell'ONU che annuncia i nomi dei membri del nuovo gruppo consultivo.

UN Women annuncia la costituzione del Global Civil Society Advisory Group (gruppo globale consultivo della società civile)

Nazioni Unite, New York - 17 maggio 2012 - il Direttore Esecutivo dello UN Women Michelle Bachelet ha nominato oggi i membri del Global Civil Society Advisory Group che avrà il compito di facilitare le consultazioni e il dialogo regolari tra società civile e UN Women.
"Sono lieta che un gruppo di sostenitrici dei diritti internazionali, di donne eccellenti ed esperte sulle tematiche di genere abbiano accettato di far parte del mio gruppo consultivo. Esse svolgeranno un ruolo importante di consulenza, e forniranno prospettive strategiche in materia di sensibilizzazione, sull'uguaglianza di genere, sull'empowerment delle donne e sulle priorità tematiche dello UN Women", sostiene la signora Bachelet. "E potranno anche contribuire a rafforzare l'impegno dello UN Women e le partnership con la società civile a tutti i livelli. Non vedo l'ora di lavorare per i nostri obiettivi comuni ", aggiunge.
La creazione di UN Women Civil Society Advisory Group a livello globale, regionale e nazionale è stata annunciata all'inizio di quest'anno, durante la 56a sessione della Commissione sulla condizione delle donneIl gruppo globale nominato dal Direttore Esecutivo deriva da un'ampia consultazione con le reti della società civile e di nomine da parte di organizzazioni della società civile. Tutti i membri nominati hanno eccellenti curricula di lavoro in settori legati alla parità di genere e all'empowerment delle donne ed hanno portato diverse esperienze e competenze all'interno del gruppo. I membri includono individui che provengono dalla base, leader rurali e delle comunità, i leader dei gruppi di popolazioni indigene, le studiose femministe, avvocati dei diritti umani e leader di sesso maschile che lavorano su questioni di genere e diritti delle donne.
L'obiettivo principale del gruppo è il dialogo e l'impegno a promuovere gli obiettivi globali di uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne. Il gruppo funge da forum consultivo per le donne delle Nazioni Unite. La composizione del gruppo sarà a rotazione, e gli attuali membri rimarranno per un periodo di due anni. I membri attuali del gruppo sono: Marling Haydee Rodriguez, Presidente dell'Unione delle cooperative Las Brumas, Nicaragua; Teresa Fernández de la Vega Sanz, ex Vice-Presidente della Spagna, eminente giurista e fondatore Donne per l'Africa Foundation, Spagna; Tarcila Rivera Zea, fondatore Centro delle culture indigene del Perù, Perù; Rawwida Baksh, ex capo del programma sui diritti della donna, International Research e Development Centre, Trinidad e Tobago, Patricia Perez, presidente globale della comunità internazionale di donne che vivono con HIV / AIDS (ICW), Argentina, Charlotte Bunch, fondatore della Campagna GEAR, Stati Uniti, Todd Minerson, Direttore Esecutivo, White Ribbon Campaign, Canada; Hibaaq Othman, Strategist per il Fondo dignità, il think tank per le donne arabe e Karama, Somalia; Nehad Abol Komsan, fondatore e presidente del Centro egiziano per i diritti della donna, Egitto, Rabea Naciri, presidente dell'Associazione democratica delle donne marocchine, Marocco; Violet Shivutse, Leader, Groot, Kenya; Bineta Diop, direttore esecutivo e fondatore, Femmes Africa Solidarité, Senegal; Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International, Sud Africa, Josephine Castillo, Organizer-Trainer, Damayan Ng Maralitang Pilipinong Api (DAMPA), Filippine, Hina Jilani, fondatore, Commissione per i Diritti Umani del Pakistan, Pakistan; Bandana Rana, presidente esecutivo di Saathi e Coordinatore Regionale, campagna meridionale per la parità di genere, Nepal; Sharon Bhagwan Rolls, Fondatore, FemLINKPACIFIC, Fiji; Drude Dahlerup, professore di Scienze Politiche all'Università di Stoccolma, Svezia; Selma Acuner, Professore, Università di Ankara, Turchia; Cecile Greboval , Segretario Generale, Lobby Europea delle Donne, e Joanne Sandler, vice direttore, in pensione, UNIFEM.
La prima riunione del Global Civil Society Advisory Group sarà convocata in occasione della 67a sessione dell'Assemblea Generale nel mese di settembre, quando i membri saranno in grado di fornire contributi importanti nel lavoro delle donne delle Nazioni Unite, anche in partnership e la post- 2015 agenda di sviluppo.
Gruppi consultivi nazionali e regionali sono inoltre in corso di definizione da parte di UN Women regionali e uffici nazionali, e un sito web dedicato sarà stabilito per la condivisione di informazioni tra i gruppi della società civile e UN Women.

venerdì 18 maggio 2012

Il nuovo Comitato Esecutivo della EWL riflette l'integrazione del movimento delle donne in Europa e fa quadrato attorno alle ripercussioni negative nei riguardi dei diritti delle donne

New Executive Committee of EWL reflects integration of women's movement in Europe and squares up to backlash against women's rights

Otto anni dopo l'allargamento dell'UE a dieci nuovi Stati membri nel 2004, il nuovo Comitato Esecutivo della Lobby Europea delle Donne (LEF) riflette l'esperienza positiva di collaborazione e integrazione del movimento delle donne in Europa. La rappresentante slovena Sonja Lokar, il primo presidente dell'organizzazione proveniente da un nuovo Stato membro, a capo di un nuovo Consiglio di Amministrazione eletto il 13 maggio a Budapest dalle delegate provenienti da 30 paesi e che rappresentano più di 2000 organizzazioni. Il suo esecutivo comprende membri provenienti da Cipro (Susana Pavlou), Malta (Renee Laiviera) e un paese candidato all'adesione all'UE, la Croazia (Rada Boric). La vice-Presidenti Viviane Teitelbaum (Belgio), Martha Jean Baker (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà), e la Tesoriera Liz law del Regno Unito completano il Comitato Esecutivo.
La tedesca Brigitte Triems, che ha lasciato il mandato con una standing ovation dal consiglio di amministrazione per il suo lavoro e impegno nei tre mandati come presidente della EWL, ha commentato: "provengo dalla Germania dell'Est ed è stato un piacere particolare per me testimoniare la collaborazione intensa e continua, degli ultimi dieci anni, tra le associazioni di donne provenienti dai vecchi Stati membri e quelli nuovi nell'ambito della Lobby Europea delle Donne ed è un piacere trasmettere la Presidenza della EWL alla mia stimata collega e amica slovena, Sonja Lokar. "
Ms. Lokar è attivista, di lunga durata, dei diritti delle donne sulle scene nazionali, europee e internazionali, è stata membro del Parlamento sloveno, direttore esecutivo della rete CEE per le questioni di genere e membro fondatore della Lobby delle Donne della Slovenia.
L'Assemblea Generale di quest'anno della EWL si è tenuta a Budapest in segno di solidarietà alle donne di Ungheria che si confrontano con condizioni estremamente avverse nella loro lotta per la parità. Sonja Lokar ha evidenziato quanto siano diffuse le misure di austerità che hanno un impatto sproporzionato sulle donne, mettendo a rischio molti diritti fondamentali per cui molte si sono battute per i diritti delle donne nel corso degli ultimi decenni:
"I tempi sono difficili per il movimento delle donne in Europa: le nostre risorse sono fortemente diminuite e continuano ad essere minacciate, mentre l'uguaglianza tra i sessi è in calo dovuto ai tagli dei salari, dei posti di lavoro e dei servizi, nonché ad un risorgere di vedute conservatrici sulle donne e sui loro diritti. Come presidente della EWL, il mio obiettivo primario sarà quello di invertire questa tendenza. "

giovedì 17 maggio 2012

Il Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne invita a partecipare al seminario "Donne, Salute, Violenza" il 24 maggio 2012

Il Coordinamento Italiano della Lobby Europea vi invita a partecipare numerosi al seminario che si terrà a Firenze il 24 maggio 2012, presso la Sala delle Feste, di Palazzo Bastogi, via Cavour 18, dalle 15.00 alle 18.00.



domenica 13 maggio 2012

L'appello di Camusso al governo: "Non tagliate i centri anti violenza"

"Andiamo oltre la ribellione delle coscienze, Servono misure concrete ed urge una riflessione sui rapporti di potere e sul linguaggio" http://27esimaora.corriere.it/articolo/lappello-di-camusso-al-governo-non-tagliate-i-centri-antiviolenza/

E se gli uomini cominciano a scendere in campo....

"La violenza sulle donne e' un problema degli uomini? Insieme possiamo vincere questa partita" E' lo slogan dell'amichevole di calcio italia-Lussemburgo. http://27esimaora.corriere.it/articolo/e-se-gli-uomini-comincianoa-scendere-in-campo/

Un aiuto alla ricerca (e alle ricercatrici)

Nel mondo della ricerca il 60% sono donne.Ma nelle posizioni di comando si scende al 15% E tra i grandi manager dell'industria farmaceutica solo l'1% e' donna. http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-cervello-non-ha-sesso-2/

Il rapporto di Save the Children, il Niger è il posto peggiore dove essere madri

http://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2012/05/08/news/festa_della_mamma_save_the_children_il_niger_il_posto_peggiore_dove_essere_madri-34707874/

Medio Oriente, una tratta delle schiave nel "mercato" delle lavoratrici domestiche

http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2012/05/10/news/medio_oriente_una_tratta_delle_schiave_nel_mercato_delle_lavoratrici_domestiche-34882641/

Quei paesi dove partorire è spesso sinonimo di morire

http://www.repubblica.it/solidarieta/volontariato/2012/05/11/news/kenya_il_paese_dove_partorire_spesso_sinonimo_di_morire-34919336/

Pensionati, il 20% è a rischio povertà Redditi bassi e alti costi della vita

http://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2012/05/11/news/pensionati_il_20_a_rischio_povert_redditi_bassi_e_alti_costi_della_vita-34935044/

Nei video l’orrore delle violenze su 12 ragazzine adescate via web

http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/05/13/news/nei_video_lorrore_delle_violenze_su_12_ragazzine_adescate_via_web-35023543/?ref=HREC1-7

Giornata mondiale dell'infermiere in memoria Di Florence Nightingale

http://www.sassarinotizie.com/mobile/articolo.aspx?id=10800

Polemiche sulla copertina del Time Magazine:sei mamma abbastanza?

http://www.zeroviolenzadonne.it/mostrapp3.php?id=19354

Il NO delle madri coraggio alla dittatura e alla violenza

http://www.zeroviolenzadonne.it/mostrapp3.php?id=19354

Il consultorio in Italia

http://www.zeroviolenzadonne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=19341%3Ail-consultorio-in-italia&catid=248&Itemid=0%5C

Quei mariti pigri in casa devono fare di più

http://www.zeroviolenzadonne.it/mostrapp3.php?id=19351

lunedì 7 maggio 2012

Activities Report 2011



07/05/2012
European Women’s Lobby member organisations’
Activities Report for 2011

Please use this document to report on your national or European organisation’s activities in 2010 and send it back before April 13 2012 to ewl@womenlobby.org - Please note that a compilation of the member’s reports will be disseminated and put on the EWL website. Please note that the EWL will not be able to translate all reports, you are very welcome to provide us with both a French and English version of your report.

-          Section 1 on activities led by your organisation in 2011
-          Section 2 on your evaluation of progress and backlashes in relation to women’s rights and gender equality in your country in 2011.

Name of organisation: The Italian Co-ordination of European Women’s Lobby
Contact person filling the form and email: Maria Ludovica Bottarelli Tranquilli-Leali S.G. m.tranquillileali@virgilio.it

Section 1: Reporting on Activities led by your organisation in 2011 (maximum 1 A4 page). Please highlight main campaigns, good practices, projects or advocacy:

- EWL Campaign for the vote of the resolution on maternity leave directive: press release, letters sent to PPE and ALDE Italian MEPs, good press covereage (Il Fatto Quotidiano, Donna Modernahttp://blog.donnamoderna.com/mommypride/2010/10/18/working-mothers-italy-sostiene-la-lobby-delle-donne-per-il-congedo-di-maternita-in-parlamento-europeo/ , Vita Europe http://www.vita.it/news/view/107978)
- EWL Campaign against the system of prostitution: publication of the video on LEF-Italia’s fb page, group (https://www.facebook.com/groups/103826006336029/) and blog (http://coordinamentoitalianolobbyeudonne.blogspot.it/search/label/Campagne%20EWL). Organisation of 3 rounds of talks among the Italian expert of EWL Observatory, LEF-Italia board members and other stakeholders involved in the issue of prostitution on how to implement EWL  Campaign at national level.
- National Campaign for the approval of the Law on Quotas in board of administration. LEF-Italia has supported the national campaign lead by the Italian women’s movement and has issued a press release (http://www.vita.it/news/view/110128).
- Good practices:
   - Participation of the President Siusi Casaccia as speaker in a conference on women’s quota in decision making organized in Matera within the framework of a European Week;
   - Participation of the President Siusi Casaccia as speaker in a seminar on the portrayal of women in the media organized in Milan;
   - Promotion together with the Council Presidency of the Region Toscana of the presentation of a book on Hon. Tina Anselmi (among the founders of LEF-Italia and former Employment and Health Minister) moderated by Anna Maria Olivieri, LEF-Italia board member;
   - Participation of the S.G. Maria Ludovica Bottarelli Tranquilli-Leali as speaker in the round table on discriminations organized by Certi Diritti (https://www.facebook.com/events/215031335195171/) within the framework of the European Gay Pride organized in Rome;
   - Participation of S.G. as speaker in the seminar Verso una nuova casa delle donne organized by the Municipality of Modena (https://www.facebook.com/pages/Coordinamento-Italiano-della-Lobby-Europea-delle-Donne-LEF-Italia/135120993181673)
   - Participation of the S.G. in the temathic conference n.1 “Poverty Feminization: challenges and solutions” with the speech on the benefits of civil dialogue: the experience of the European Women’s Lobby within the framework of a Multy-Country Non State Actors project financed by European Commission and entitled “Multy local women’s partnership against poverty”.
- Projects and women’s advocacy: LEF-Italia is partner of Formaper (training institute of the Milan Chamber of Commerce) in the implementation of a Multy-Country Non State Actor project entitled “Multy local women’s partnership against poverty” and which involves 4 Countries (Uzbekistan, Kazakhstan, Russia, China). The project has the goal to support local Women’s NGOs to empower grass-root women, set up a civil dialogue with national and local authorities in order to overcome women’s poverty. The S.G. has held, in Tashkent (Uz), 2 training courses for representative of public institution, civil society organizations and for their executive staff and co-chaired 2 workshops.
- the activities in partnership with Formaper for the implementation of the IBBP project: promoting a culture of Women’s rights an integrated project to reduce social marginality and empower vulnerable women in Tashkent KoKand and Navoy has been published in the report of EuropeAid http://ec.europa.eu/europeaid/where/asia/country-cooperation/uzbekistan/documents/annex_1_en.pdf


Section 2: The state of women in your country / area of work (for European-wide organisations)

2.1. Please highlight in 5 lines the most important progress in relation to women’s rights and gender equality in your country / area of work in 2011
Beside the patriarchal and sex centred portrayal of women during the long “Berlusconi Period” and beside the low women’s activity rate (45,6%), nevertheless, some development in matter of gender equality have been made by the approval on June 30 2011 of the law on Quotas in boards of quoted companies and subsidiaries. Unfortunately the high rate of violence against women continues (97 women killed by partners) beside the law against violence and the recent and criticised law against stalking (2009). The national unequal gender situation has be acknowledged by the Italian women which have organized a huge manifestation in every city calling for dignity on February 13, with the participation also of LEF-Italia members.

2.2. Please highlight in 5 lines the most important backlash in relation to women’s rights and gender equality in your country / area of work in 2011

As said before the picture of women in Italy it’s deeply sex-centred and in a certain way patriarchal. The concept of Equality has not yet been digested by the mail counterpart. The EU Gender Policies are not been implemented at all at national level (see: national equality plan, etc..). Nevertheless there are some regions which have implemented good practices in matters of equality. No positive development have been made in matters of reconciliation policies and therefore most of the Italian women leave the labour market after the first childbirth. There is no comprehensive plan for the fight against women’s unemployment and women are mostly employed in part-time and atypical jobs.
There is still a persisting and low presence of women in decision making positions (Chambers: 18%). LEF-Italia has faced difficulties in having a dialogue with national institutions, but has a very good dialogue with regional authorities. The economical crisis has impacted overall on women since many small and medium sized enterprises have closed and many women have been dismissed; moreover many atypical contract have not been renewed and often the pension schemes are insufficient for assuring a decent life to elderly women. 

Fornero scatena le polemiche


Le Associazioni femminili sono in rivolta contro le dichiarazioni di Elsa Fornero sulle dimissioni in bianco.


Il cervello non ha sesso

Self Discovery

Fra un matematico e un violinista ci sono più differenze che tra un uomo e una donna.

Molestie, mi sono maledetta per averlo denunciato

Recitare l'osceno, "Lazzi sberleffi e dipinti": Dario Fo pittore in mostra a Palazzo Reale (Milano) fino al 3 giugno

...Mi sono maledetta per aver chiesto giustizia, perché quella giustizia impostata in quella maniera mi metteva nelle mani di un potenziale carnefice... Ma ho fatto la cosa giusta

sabato 5 maggio 2012

Speciale Tg1 del 29 novembre 2009

Speciale Tg1 del 29 novembre 2009

Marocco - ancora diviso sulla pratica del matrimonio di minori

CASABLANCA, maggio 2012 (IPS) - La pratica diffusa di matrimoni con minori continua ad essere uno dei temi giuridici e politici odierni più infuocati in Marocco, provoca scontri aperti tra la linea dura degli islamisti e moderati in tutto il paese.

Parlando alla televisione nazionale il mese scorso, Mohammed Abdenabawi, un funzionario del Ministero della Giustizia, ha dichiarato che 30.000 ragazze minorenni vengono sposate ogni anno - circa il 10% dei 300.000 matrimoni registrati ogni anno in questo paese di 32 milione di abitanti -. Il fenomeno è diffuso, le conseguenze per le giovani donne e ragazze sono gravi , e gli sforzi della società civile sono sostenuti, è una sfida se si considera lo slancio contro il conservatorismo culturale e religioso presente nel Paese. Una campagna per raccogliere un milione di firme per vietare il matrimonio dei minori è già in corso, scatenata dalla morte di Amina Filali, una ragazza di 15 anni che si è suicidata dopo essere stata costretta a sposare il suo stupratore, presumibilmente per proteggere la famiglia e l'onore della ragazza, una normativa del tribunale valida nel penale e leggi scritte nei codici di famiglia stabilisce di forzare le figlie a sposare l'uomo, di 10 anni più grande di lei, che l'aveva costretta a sottomettersi a lui. Sia il caso giudiziario che il suicidio di Filali ha aperto le porte a un dibattito pubblico e l'attivismo intorno alla questione, che fino ad ora era stato un argomento tabù nella società marocchina tradizionale. Jamal Rhmani, membro dell'Unione Opposizione Socialista per le forze popolari ed ex Ministro del Lavoro, ha detto all'IPS, "La campagna ha raccolto più di 780.000 firme fino ad ora." Pur essendo un membro dell'opposizione politica e uno degli organizzatori della campagna per vietare il matrimonio dei minori, Rhmani vede il suo coinvolgimento nell'attivismo, in prima persona, vista la sua posizione di padre di una ragazza di 14 anni. "Prima di essere un politico, Io sono un padre. Non possiamo essere indifferenti a ciò che accade intorno a noi ", ha spiegato. attivisti, gruppi per i diritti umani e membri dell'opposizione hanno chiesto a gran voce l'abolizione dell'articolo 475 del codice penale, che permette agli stupratori di non pagare la loro pena in carcere se accettano di sposare le loro vittime; nonché gli articoli 20 e 21 del codice di famiglia, che consente il matrimonio di ragazze minorenni. Ma la radice del problema è più profonda, e richiederà un cambiamento più sistematico che l'abolizione di una o due leggi "Il colpevole è giudicato secondo una giurisprudenza arcaica, implementata da ignoranti", ha detto all'IPS Chakib Khettou, un cittadino di Casablanca, riferendosi alla legge islamica che consente il matrimonio delle ragazze di età superiore ai nove anni, secondo la legge tradizionale. Nel 2008, Mohamed El Sheik Maghrawi, un noto studioso musulmano marocchino, ha pubblicato una fatwa ricordando il diritto delle famiglie di obbligare le loro figlie di età superiore ai nove anni a sposarsi. La sua posizione ha provocato un grosso scandalo, ma lo studioso non ha subito conseguenze. Nel corso di una conferenza stampa, lo scorso aprile, nella città di Marrakesh, El Maghrawi ha anche espresso il suo attaccamento alla sua posizione", basata sul Corano e sulle parole del Profeta". Tuttavia, l'opposizione a questa lettura particolare del diritto della Sharia si è diffusa. Faridi Ahmed, un insegnante che ha conseguito una laurea in legge della Sharia, ha dichiarato all'IPS: "Niente nel Corano consente di far sposare una bambina di nove anni" ha spiegato, anche se si scopre che il Profeta dell'Islam stesso aveva sposato una ragazza minorenne, "egli è in questo caso un'eccezione e non può essere una regola", ha sottolineato Faridi. I tradizionalisti non lasceranno andare; il Ministro della Giustizia e della libertà, Mustapha Erramid, non è così moderato come alcuni degli attivisti che spingono per il divieto di matrimonio. In un discorso televisivo nazionale lo scorso marzo, il Ministro ha detto: "Il matrimonio di ragazze minorenni non è vietato dalla legge." Un avvocato di professione, Erramid "tollerante" verso la modifica dell'articolo 475 del codice penale, ha rifiutato di parlare della modifica degli articoli 20 e 21 del codice di famiglia. Il Ministro islamista ha fatto capire che queste manifestazioni sono simili a quelle contro il Piano Nazionale per l'integrazione delle donne nello sviluppo, emanato sotto il governo socialista di Abderrahmane Youssoufi nel 1999. Allora, migliaia di islamisti provenienti dalla Giustizia e dal Partito dello Sviluppo (PJD) avevano protestato per le strade di Casablanca contro il piano Youssoufi di includere le donne nello sviluppo politico ed economico, che essi giudicavano "incompatibile" con la Sharia, perché veniva proibita la poligamia e fissata l'età minima del matrimonio per le donne a 18 anni. Tuttavia, gli attuali membri del parlamento non sono troppo preoccupati che l'attivismo, contro il quale ci sarà una reazione veemente da parte dei conservatori. "Un dibattito nazionale su questo tema è attualmente necessario per arrivare a modificare il codice penale e il codice di famiglia. un'iniziativa legislativa è già stata intrapresa dal gruppo socialista in parlamento per garantire maggiore protezione alle ragazze minori", ha detto Rhmani. La Seconda Camera del Parlamento ha tenuto una riunione sul tema, la scorsa settimana. Il presidente della Camera, Mohamed Cheikh Biadilah, ha detto che le modifiche proposte dovrebbero essere considerate "nello spirito della nuova Costituzione", adottata durante le turbolenze della Primavera araba, che "impegna lo Stato a garantire i diritti sociali ed economici delle famiglie" e " vuole proteggere i minori a prescindere della propria famiglia o dalla posizione sociale" e " si impegna a vietare qualsiasi forma di discriminazione basata sul sesso". Biadilah ha anche detto: "Il potere legislativo ha l'obbligo di intervenire ogni volta che si accorge che una legge può diventare incompatibile con lo sviluppo della società." "Tutte le leggi che vanno contro la dignità delle donne devono essere modificate o addirittura abolite", ha detto il presidente della Camera dei Consiglieri del Marocco in parlamento.

Fonte:Abderrahim El Ouali, IPS, http://www.ipsnews.net/news.asp?idnews=107644

venerdì 4 maggio 2012

Le “vedove della crisi” in corteo a Bologna

“Militanza rosa”: qualche volta è una bella scoperta


L’onda di attenzione rispetto alla presenza delle donne nel mondo del lavoro si presta a strumentalizzazioni?

Il Premio Nobel per la Pace e gli studenti universitari discutono del ruolo delle donne nel campo dei diritti umani

CHICAGO, Illinois, Stati Uniti, 3 maggio 2012 (IPS) - La scorsa settimana, in una sala conferenze presso la University of Illinois Chicago, il Premio Nobel per la Pace 2003 Shirin Ebadi ha preso in considerazione una realtà che chi lavora nel campo dei diritti umani conosce molto bene, termina il suo intervento con una storia del suo Paese, una terra il cui governo non le da più la possibilità di chiamare casa.

Lei ci ha ricordato che i diritti delle donne sono le porte alla democrazia e alla prosperità in tutta la società. Ha inoltre parlato della forza del movimento femminista in Iran, una nazione in cui oltre il 60% degli studenti universitari sono donne, e dove uomini e donne devono comprendere che con la costruzione di diritti delle donne si pongono in una posizione che è contro l'oppressione del governo. Durante il 2 ° giorno del 12 ° Vertice annuale dei Premi Nobel per la Pace, alle donne, abbiamo avuto l'onore di ascoltare il discorso di cinque leader dei diritti umani, sul ruolo delle donne nella costruzione della pace, tra cui la signora Ebadi. Insieme hanno parlato dell'impatto che hanno avuto gruppi di donne nella lotta per la libertà universale. Caryl Stern, presidente del Fondo degli Stati Uniti per l'UNICEF, ci ha raccontato di un incontro tenutosi in un campo profughi in Darfur. Un gruppo di donne aveva richiesto un'incontro per parlare della costruzione nel campo del primo centro per l'infanzia in assoluto, come soluzione per una serie di bambini con ferite provocate presso i pozzi del campo dove tante madri devono trascorrere la loro giornata per procurarsi acqua dolce. Le donne arrivarono, e lei si preparò a spiegare che, purtroppo, la missione potrebbe non avere le risorse per fornire i mattoni, costruire una struttura, e il personale del nido. la Stern rimase scioccata nel vedere come le donne mostravano le loro preoccupazioni a riguardo - avevano già raccolto i mattoni della struttura, avevano già elaborato un piano personale tra di loro e avevano già calcolato le risorse d'acqua -. Che ogni famiglia avrebbe dovuto sacrificarsi per creare questo rifugio sicuro per i propri figli si sapeva, ma la cosa sbalorditiva era che tutto ciò di cui avevano bisogno, dall'UNICEF, queste donne rifugiate per costruire il centro che avevano già fondato era un pò di cemento che desse stabilità alla strutturaIn quel momento, Jody Williams, Premio Nobel per la Pace 1997, ha parlato dell'esperienza di essere una donna Premio Nobel per la Pace. Ha detto che in più di 110 anni, solo 15 donne hanno vinto il premio, ma che erano tutte unite intorno a un obiettivo comune, e tutte desiderose di unire i loro successi e le lezioni per costruire un movimento maggiore. Questi premi, insieme con i leader Williams ed Ebadi, durante il panel Summit Nobel, stanno diffondendo un messaggio di collaborazione e di successo che ogni giovane ha bisogno di sentire. Verso la fine della sessione, uno studente adolescente dalle scuole pubbliche di Chicago che ha studiato al RFK Center ha avuto l'opportunità di porre una domanda al gruppo di donne. Ha chiesto alla signora Ebadi un consiglio su come trovare un equilibrio tra il desiderio di metter su famiglia con la voglia di cambiare il mondo. e la signora Ebadi ha condiviso un'esperienza che, come madre di figlie, ha capito in prima persona. Ha detto che, lungi dall'essere un deterrente contro l'azione, la nascita della figlia è stata una forza trainante per la sua decisione di continuare a lottare per il futuro delle donne e per i diritti umani di tutti. Ha colpito come quello fosse un messaggio che percorre i nostri eventi a Chicago questa settimana. I diritti delle donne non sono separati dai diritti umani, i diritti dei rifugiati non sono separati dai diritti umani. Tutti noi siamo qui disposti a lavorare per costruire un mondo più equo, uno mondo che avvalora la tesi di mio padre Robert Kennedy che disse: "Il futuro non è un dono;. si tratta di un risultato" più che mai, le donne ei giovani sono parte della costruzione di quel futuro che speriamo di raggiungere.

Articolo di Kerry Kennedy, IPS http://ipsnews.net/news.asp?idnews=107656

giovedì 3 maggio 2012

L'agricoltura urbana si radica nel Favelas del Brasile


Cooperativa socio Rosinéia Soares visualizza le melanzane che crescono nel suo giardino in Genesiano Parque da Luz.  / Credit: Fabiana Frayssinet / IPS 
Nova Iguaçu, Brasile, 2 maggio 2012 (IPS) - per le donne, in uno dei quartieri più poveri di questa città, situata a 40 KM a nord di Rio de Janeiro, non è più necessario spendere soldi per le verdure, perché hanno imparato a coltivarle per conto proprio, sotto forma di giardinaggio biologico urbano, tecnica che prende sempre più piede in Brasile.


UE e Consiglio d'Europa lanciano il Programma per combattere la discriminazione nello sport

UE e Consiglio d'Europa lancio mediatico programma per combattere la discriminazione nello sport

La EWL ha il piacere di vedere l'UE e il Consiglio d'Europa uniti nella promozione di un nuovo programma, progettato per affrontare il fatto che 'nello sport la copertura mediatica non riflette la diversità sociale e culturale e non garantisce equità per tutti'. Come la EWL ha osservato nella sua relazione del 2010 di Pechino a Bruxelles: An Unfinished Journey , le atlete sono riuscite ad ottenere solo tra il 2 e il 9% del tempo di trasmissione televisiva dedicata allo sport. Secondo la presentazione, da parte della pluralità dei media, del progetto MARS - Media Contro il Razzismo nello Sport - ' le atlete hanno quattro volte di più possibilità di essere intervistate da un giornalista donna piuttosto che maschio, ma meno del 5% delle storie e delle notizie sportive sono realizzate da donne giornaliste ".
Leggi l'articolo completo dal sito media Diversity Institute di seguito:
In Europa, solo un quarto dei soggetti delle notizie sono donne, anche se esse rappresentano oltre la metà della popolazione europea (GMMP, 2010). Mentre gli immigrati rappresentano circa il 10% della popolazione europea (Eurostat, 2011) i migranti e le minoranze etniche rappresentano meno del 5% degli attori principali notizie in Europa (Ter Wal, 2004).
Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender (LGBT) rappresentano circa il 6% della popolazione del Regno Unito, ma rappresentano meno dell'1% della popolazione vista in TV. Il 20% della popolazione britannica è disabile, ma meno dell'1% è rappresentato in British TV (Progress Report CDN 2009-10).
Attraverso le fonti cui si rivolgono, i soggetti che essi selezionano e il trattamento scelto da loro, i media influenzano l'ordine del giorno (cosa pensare) e la percezione del pubblico (cosa credere) dei dibattiti contemporanei.
Per questo motivo il Consiglio d'Europa sottolinea l'importanza di considerare l'informazione un ambito veramente inclusivo - dove tutti possono partecipare in qualità di testimoni, lettori, produttori, ecc - questo è essenziale per la coesione sociale e per la partecipazione democratica. Ma oggi, troppe persone sono ancora escluse dai dibattiti pubblici.
Il nuovo MARS - Media Contro il Razzismo nello Sport - EU / CoE, il programma comune sceglie di concentrarsi, anche se non esclusivamente, sullo sport perché è considerato come un settore importante per la costruzione di coesione sociale è anche un importante ambito di investimento nel settore dei media. Tuttavia, lo sport raccontato dai media non riflette la diversità sociale e culturale e non garantisce equità per tutti.
Solo il 5% degli articoli di stampa tratta gli aspetti culturali e sociali dello sport, il 40% di tutti gli articoli sportivi si riferisce a una sola fonte e il 20% non fa riferimento a nessuna fonte, le atlete hanno la probabilità quattro volte superiore di essere raccontate da un giornalista femmina piuttosto di un maschio, ma meno del 5% delle storie e delle notizie sportive sono fatte da donne giornaliste (Play the Game, 2005).
I prossimi incontri multimediali sono:
  • Francia (CLEMI, Parigi): 11 aprile - 14 aprile 2012
  • Romania (Active Wattch, Cluj): - 25 - 28 maggio 2012
  • Finlandia (Helsinki): 13 - 15 Giugno 2012
Clicca qui per maggiori informazioni: http://www.coe.int/t/dg4/cultureher ...