COMUNICATO STAMPA
CEDAW: raccomandazioni all’Italia.
Accolte le istanze della società civile
D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza esprime soddisfazione per il contenuto delle Osservazioni conclusive sull’ottavo rapporto dell’Italia sulla Convenzione per l’Eliminazione delle Discriminazioni contro le Donne (CEDAW). Sono stati, infatti, molti i punti segnalati dal rapporto della società civile – presentato lo scorso 29 gennaio a Ginevra – ripresi dal Comitato per formulare specifiche raccomandazioni allo Stato italiano.
“Le osservazioni delle esperte del Comitato confermano l’Italia come un paese caratterizzato dalla persistenza del sessismo e degli stereotipi di genere a livello sociale e istituzionale in relazione a tutti i temi trattati dalla CEDAW, in particolare educazione, violenza, lavoro, affermazione dei diritti delle donne, accesso alla giustizia” dichiara Marcella Pirrone, avvocata Rete D.i.Re.
Infatti, le osservazioni conclusive del Comitato Cedaw sull‘ottavo rapporto periodico dell’Italia, pubblicate nella giornata del 19 febbraio 2024, raccomandano allo Stato di rafforzare in modo sistemico e in una prospettiva di lungo termine la dimensione di genere nell'attuazione della Convenzione per l’Eliminazione delle Discriminazioni contro le Donne – ratificata dall’Italia nel 1985, e di adottare misure per affrontare efficacemente le disparità regionali nel godimento dei diritti delle donne.
La grave disparità economica e, in generale, di potere tra uomo e donna, così come nelle relazioni familiari e in ambito lavorativo, o nella partecipazione a tutti gli ambiti politici, culturali, sociali ed economici della società, è considerata con grande preoccupazione dal Comitato che chiede allo Stato di “38 (a) Riformulare la politica nazionale per le pari opportunità sul lavoro e continuare e rafforzare ulteriormente le misure volte ad aumentare l'accesso delle donne all'occupazione“ con ulteriore richiesta di “38 (c), aumentare la disponibilità di strutture e servizi di assistenza all'infanzia di qualità a prezzi accessibili in modo significativo e adottare programmi volti a sostenere le donne che cercano di rientrare nella forza lavoro dopo lunghe interruzioni di carriera…”.
“È stato delineato un quadro di persistenti discriminazioni e mancata affermazione dei diritti delle donne in Italia, che è radice del problema della violenza contro le donne ed esacerba tutte le forme di violenza (fisica, psicologica, sessuale, economica e domestica) che infatti il Comitato chiede di definire in linea con la Raccomandazione generale n. 35 sulla violenza di genere contro le donne, aggiornando la Raccomandazione generale n. 19. Rispetto all’ esistente sistema di contrasto alla violenza il Comitato osserva gravi deficit strutturali”, afferma Elena Biaggioni, vicepresidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza
Oltre a sottolineare la rilevanza cruciale di finanziamenti adeguati ai centri antiviolenza e alle case rifugio, il Comitato ha espresso importanti raccomandazioni che riguardano nello specifico la violenza alle donne:
· “Rafforzare la formazione dei professionisti in ambito giudiziale e legale nonché affrontare i pregiudizi giudiziari di genere e prevenire la vittimizzazione secondaria delle donne (16 (b))
- Garantire, attraverso formazione continua e obbligatoria di giudici, pubblici ministeri, funzionari di polizia e altri funzionari incaricati dell'applicazione della legge (…omissis…)
- che gli ordini di protezione siano effettivamente applicati e monitorati, con sanzioni in caso di mancata osservanza (28 (e)).”
Uno dei temi più sentiti dai centri antiviolenza riguarda l’affidamento dei figli e delle figlie nelle separazioni, in presenza di situazioni di maltrattamento o violenza. Il Comitato ha espresso preoccupazione e, al punto 56 (a), raccomanda di “garantire che i tribunali diano il giusto peso alla storia di violenza di genere quando decidono sull'affidamento dei figli o sui diritti di visita, e fornire una formazione obbligatoria e continua a giudici, avvocati e servizi minori a questo proposito”.
Il Forum Italiano sulle Disabilità esprime soddisfazione per le osservazioni del Comitato: “Le esperte del Comitato CEDAW hanno ascoltato le voci delle ragazze e delle donne con disabilità. Ora abbiamo strumenti validati per chiedere al nostro Paese che è giunta l’ora di eliminare le discriminazioni”
Per Action Aid “Assicurare adeguate risorse umane, tecniche e finanziarie al sistema antiviolenza italiano e potenziare l’impianto normativo delle politiche antiviolenza, garantendo il coordinamento con le Regioni, è dirimente per prevenire la violenza maschile contro le donne, fornire assistenza e supporto ed eliminare le disparità territoriali. ActionAid accoglie con particolare favore questa raccomandazione all’Italia del Comitato ONU per l’eliminazione della discriminazione contro le donne, in linea con le evidenze che da anni raccoglie per garantire a tutte le donne, indipendentemente dal luogo di residenza, il diritto a vivere una vita senza violenza.”
SNOQ? Torino: “Il Comitato ha espresso preoccupazione per l’effetto ostacolante al diritto di aborto dell’ampio ricorso all’ obiezione di coscienza su tutto il territorio italiano. La grave disapplicazione della L. 194 e le forti differenze territoriali rimangono un problema e ciò rafforza le richieste della società civile di implementazione effettiva della legge oltre che di recepimento delle recenti linee guida dell'OMS.”
Secondo PartecipArte “Le indicazioni del Comitato rispetto al tema dell’educazione sono in netta contraddizione con il piano di lavoro del Ministro Valditara. Troviamo, infatti, la raccomandazione 36 (b) che chiede di “Garantire che gli stereotipi di genere siano eliminati dai libri di testo a tutti i livelli di istruzione e in tutte le regioni dello Stato parte, e che i curricula scolastici, i programmi accademici e la formazione professionale degli insegnanti trattino adeguatamente i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere; e la raccomandazione 36 (c) che chiede di “Fornire un'educazione obbligatoria, completa e adeguata all'età sulla salute e sui diritti sessuali e riproduttivi alle ragazze e ai ragazzi come parte del normale curriculum scolastico,…”” .
CEDAW – raccomandazioni Italia
Hanno contribuito alla stesura del Report:
D.i.Re - Donne in Rete contro la Violenza - Titti Carrano, Rebecca Germano, Marcella Pirrone
Associazione Coordinamento Donne - D.i.Re - Elena Biaggioni
CADMI - Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate Milano - D.i.Re - Benedetta Tonetti
Centro antiviolenza VivereDonna - D.i.Re - Silvia Menecali
Centro antiviolenza “Roberta Lanzino” - D.i.Re - Paola Sdao
Centro Veneto Progetti Donna - D.i.Re - Irina Lenzi, Stefania Loddo, Claudia Pividori
Action Aid Italia - Isabella Orfano, Rossella Silvestre
AIDOS - Maria Grazia Panunzi
Associazione Il progetto Alice - Cristina Gamberi
Assolei Aps - Dalila Novelli
BeFree -Cooperativa Sociale contro tratta, violenze discriminazioni - Oria Gargano
CGIL - Mabel Grossi
Coordinamento italiano della Lobby Europea delle Donne/Lef – Italia - Titti Carrano
COSPE - Margherita Accornero, Debora Angeli
Cpo Usigrai - Monica Pietrangeli
DonneinQuota - Donatella Martini
DonnexDiritti Association - Luisa Betti Dakli
Educare alle differenze - Margherita Accornero, Cristina Gamberi, Sara Marini
Escapes - Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate - Barbara Pinelli
Forum Associazione Donne Giuriste - Siusi Casaccia
GIUdiT Associazione Giuriste d’Italia - Maria Grazia Giammarinaro, Milli Virgilio
GiULiA Giornaliste - Serena Bersani
International Women - Lucrezia Cairo
Forum Italiano sulla DIsabilità - Luisella Bosisio Fazzi, Silvia Cutrera
Ladynomics - Giovanna Badalassi
LeNove - Studi e ricerche sociali - Stefania Pizzonia
PartecipArte - Claudia Signoretti
Period Think Tank - Giulia Sudano
Rete per la Parità - Rosanna Oliva
SCoSSE Aps - Sara Marini
SeNonOraQuando? Torino - Gabriella Congiu, Enrica Guglielmotti, Laura Onofri
The Advocates for Human Rights
Marina Della Rocca
Letizia Lambertini
Cecilia Robustelli
Linda Laura Sabbadini