venerdì 24 novembre 2023

Una riflessione contro la violenza sulle donne della Lef-Italia


Ancora una volta il mondo si prepara a celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne (25 novembre) e ancora una volta i fatti di cronaca, in Italia, ci impongono di guardare in faccia alla cruda realtà: l’atroce femminicidio di Giulia!

Giulia, una giovane laureanda in ingegneria, una ragazza con tutta la vita davanti, indipendente, intelligente, con sogni e traguardi da raggiungere, uccisa dal suo ragazzo. L’83esima donna che si è spenta in questo anno, in Italia, per mano di un uomo a cui voleva bene e che le prometteva amore e rispetto.

Questo evento ci deve interrogare tutte e tutti, deve farci capire che ognuno di noi ha delle responsabilità, deve far crescere nelle nostre coscienze e nella coscienza collettiva l’indignazione di fronte agli atti di violenza continua e sempre più efferata degli uomini nei confronti delle donne.

Tutti siamo, dunque, chiamati in causa: singoli individui, famiglie, istituzioni, scuola, governo, politica, …

Dobbiamo avere il coraggio di mettere in pratica il “dire basta!”

La società italiana, a tutti i livelli, è ancora troppo fortemente impregnata del sentimento maschilista e si basa, prevalentemente, su principi retrogradi. È una società che mortifica troppo spesso le donne usando diverse modalità di sottomissione e umiliazione (violenze fisiche e verbali, isolamento, impossibilità di lavorare o di fare carriera, gap salariale, possessione e sensi di colpa, machismo, sfruttamento del corpo della donna, …) mettendole sempre in una posizione subalterna.

La stessa società che ancora una volta responsabilizza e colpevolizza solo le donne, le relega in una posizione gregaria, le considera capaci di ricoprire solo alcune mansioni e di essere responsabili solo in alcuni ambiti della vita. Diversamente da quanto fa per gli uomini, per i quali è lecito decidere, sentirsi superiori, possedere una donna, decidere della sua vita e che, se non ascoltati o respinti, possono diventare violenti, aguzzini fino ad arrivare al femminicidio.

La lunga e difficile strada verso l’affermazione dell’indipendenza, che le donne percorrono ormai da molti anni, le ha rese più forti, più determinate, più istruite, più caparbie, più realiste, predisposte al cambiamento, più libere di pensare a molteplici scenari per la loro vita, più inclini a prendere decisioni mettendo al centro loro stesse, più predisposte al cambiamento, più critiche verso la realtà circostante. Intanto molti uomini sembrano rimasti fermi a principi che non corrispondono più alla realtà, questo li porta ad essere insicuri, impreparati ad affrontare il cambiamento, inadeguati al dialogo con le donne, incapaci di comprendere i profondi passi in avanti fatti da queste.

Siamo di fronte alla necessità di un cambiamento rapido e profondo, capace di invertire la realtà che siamo costrette/costretti a subire giorno dopo giorno. Dobbiamo, singolarmente ed insieme, chiedere che ognuno faccia la sua parte, che ci siano leggi certe e sicure, attività di formazione a tutti i livelli, pari opportunità nel mondo della formazione e del lavoro, un bilanciamento adeguato nel lavoro di cura, un uso corretto del linguaggio, un insegnamento appropriato all’uso del linguaggio e del vivere insieme, …

Dobbiamo far crescere le nuove generazioni in una società in cui sia normale il rispetto reciproco, l’uguaglianza, la dignità delle persone, in cui prevalga il diritto, e la giustizia sull’abuso, sulla violenza, sull’offesa, sull’aggressione, sul femminicidio. Lo dobbiamo a tutte quelle donne violentate, sfruttate, perseguitate, uccise, sopravvissute in tutto il mondo.

Ecco perché la Lobby Europea delle Donne e la Lef-Italia lavorano a che venga approvata in questa legislatura europea la Direttiva sulla violenza domestica e la violenza contro le donne