mercoledì 12 dicembre 2018


VIOLENZA VIRTUALE

A seguito di uno studio pubblicato dal European Istitute for Gender Equality, abbiamo voluto parlavi di questo tema, molto sottovalutato in Italia, e che purtroppo alcuni avvenimenti di cronaca negli ultimi anni, hanno fatto emergere come il fenomeno sia molto diffuso.
Gli studi disponibili suggeriscono che le donne sono colpite da alcune forme di violenza virtuale in misura sproporzionata rispetto agli uomini. In un’indagine europea le donne erano notevolmente più suscettibili rispetto agli uomini di essere vittime di molestie sessuali online e di comportamenti persecutori perpetrati attraverso mezzi informatici (cyberstalking), e le ripercussioni di queste forme di violenza erano più traumatiche per le vittime.
I risultati di questi studi sono sostenuti da ulteriori ricerche che evidenziano i limiti di un approccio alla violenza virtuale che non integra la dimensione del genere; le prove attuali suggeriscono che le  forme di violenza e i relativi danni sono vissuti in modo diverso dalle donne e dagli uomini. Inoltre, gli esperti hanno messo in guardia contro la concettualizzazione della violenza virtuale contro le donne come fenomeno completamente separato dalla violenza «del mondo reale», poiché in realtà rappresenta più propriamente un continuum rispetto alla violenza offline.
Esistono diverse forme di violenza virtuale contro le donne e le ragazze, fra cui cyberstalking, pornografia non consensuale (o «pornografia della vendetta»), offese e molestie basate sul genere, stigmatizzazione a sfondo sessuale, pornografia indesiderata, estorsione sessuale, minacce di morte, ricerca e pubblicazione online di informazioni personali e private (doxing), e traffico di esseri umani perpetrato per via elettronica.
Il cyberstalking è stalking attuato mediante messaggi di posta elettronica, sms (o messaggi online) o Internet. Lo stalking comporta episodi ripetuti che individualmente possono essere atti innocui o meno, ma combinati minano il senso di sicurezza della vittima e provocano angoscia, paura o allarme.
La pornografia non consensuale nota anche con il termine di sfruttamento online o «pornografia della vendetta», comporta la distribuzione online di fotografie o di video di sesso senza il consenso della persona ripresa. L’esecutore è spesso un ex partner che ottiene le immagini o i video nel corso di una precedente relazione, e mira a infamare e umiliare pubblicamente la vittima come rappresaglia per la fine della relazione. Tuttavia, gli esecutori non sono necessariamente partner o ex partner e il motivo non è sempre la vendetta. Le immagini possono essere ottenute anche attaccando il computer, i profili dei social media o il telefono della vittima, e possono mirare a infliggere un danno reale nella vita «del mondo reale» dei destinatari. 
Un’ulteriore tendenza correlata, con conseguenze ugualmente devastanti sulle vittime, è la trasmissione dal vivo di atti di aggressione sessuale e stupro attraverso i social media.
Purtroppo pochi sono gli stati membri che considera la violenza virtuale contro le donne un reato, e questo ci permette dic comprendere quanta strada ancora l'Unione Europea deve fare per porre un obbligo agli Stati membri affinché combattano tutte le forme di violenza contro le donne. 

#StopVAW

Valeria Sorce
Stagista Coordinamento