Onorevole
Martin Schulz
Presidente
Parlamento Europeo
Onorevole
Mikael Gustafsson
Presidente
Commissione per i Diritti della Donna e l'Uguaglianza
di Genere
Parlamento Europeo
Onorevole
Edite Estrela
Vice Presidente Commissione per i Diritti della
Donna e l'Uguaglianza di Genere
Relatrice del Rapporto sulla salute e i diritti sessuali e
riproduttivi
Onorevoli Deputate e Deputati della Commissione
per i Diritti della Donna e l'Uguaglianza di Genere
Parlamento Europeo
Milano, 4 novembre 2013
Oggetto: rinvio in Commissione del Rapporto sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi
(2013/2040(INI))
Gentili tutte e tutti,
siamo associazioni e organizzazioni che da anni si impegnano con serietà e
professionalità, nonostante i pochi mezzi, a garantire che le giovani e le donne vivano in condizioni
di parità, siano libere di scegliere ed abbiano accesso a servizi di qualità, a prescindere dallo status
sociale, dall'età, dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere, dall'origine etnica, dalla
disabilità, dalla religione o dalle convinzioni individuali.
All’indomani della mancata adozione da parte del Parlamento Europeo del Rapporto sulla
salute e i diritti sessuali e riproduttivi, scriviamo per rappresentare la nostra indignazione e
preoccupazione per lo svolgimento e l’esito della discussione in Assemblea Plenaria, avvenuta il 22
ottobre 2013; il Rapporto era già stato deliberato dalla competente Commissione, composta da
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persone documentate sui contenuti dello stesso, mentre in Plenaria le posizioni contrarie si sono
rivelate ideologiche ed incuranti delle esigenze delle donne e delle giovani europee.
Cosa è successo nel breve percorso (18 settembre - 22 ottobre 2013) che ha portato il
Rapporto dalla Commissione FEMM alla Plenaria?
Ci allarma apprendere che il Parlamento Europeo non approvi un documento che ha l’obiettivo
di difendere la salute delle donne europee (e delle persone LGBT), sollecitando gli Stati Membri ad
implementare una legislazione che garantisca:
• i mezzi per l’autonomia delle donne e delle ragazze in modo da rompere il circolo della
discriminazione e della violenza;
• programmi e servizi di salute riproduttiva, inclusi l'assistenza sanitaria e i farmaci essenziali
per la pianificazione familiare volontaria e per la salute materna e neonatale;
• la conoscenza della sessualità umana quale aspetto positivo della vita, creando una cultura
dell'accettazione, del rispetto, della non discriminazione e della non violenza;
• l’accesso ai trattamenti per la fertilità e alla procreazione medica assistita anche per le donne
senza un partner e le lesbiche;
• l’integrità fisica delle persone transessuali invitando gli Stati membri ad abrogare tutte le
leggi esistenti che impongono la sterilizzazione;
• servizi di qualità per l'aborto legali, sicuri e accessibili a tutte;
• l’obiezione di coscienza come un diritto individuale e non una politica collettiva;
• consulenza in materia di aborto che abbia carattere di riservatezza e sia scevra da giudizi di
valore;
• la regolamentazione ed il monitoraggio del ricorso all'obiezione di coscienza nelle
professioni chiave affinchè l'assistenza sanitaria in materia di salute riproduttiva sia garantita
come diritto individuale.
Il rigetto del Rapporto dimostra che assistiamo ad una vera e propria guerra, il cui terreno di
scontro è il corpo delle donne; allo scopo di boicottare il principio della parità di genere, uno dei
principi fondativi dell’Unione Europea, i movimenti cosiddetti pro-vita si mobilitano per negare il
diritto all’autodeterminazione delle donne relegandole all’esclusivo ruolo di cura all’interno della
famiglia: una famiglia rigidamente eterosessuale e patriarcale.
In materia di interruzione volontaria di gravidanza, dal nostro osservatorio italiano,
condividiamo la preoccupazione per il fatto che l’altissima percentuale di obiettori di coscienza
limita gravemente, fino ad impedire in certe situazioni, l’esercizio del diritto all’IVG favorendo di
fatto il ritorno all’aborto clandestino.
Riteniamo di particolare importanza l’invito agli Stati membri ad assicurare che l'insegnamento
dell'educazione sessuale sia obbligatorio per tutti gli alunni nelle scuole primarie e secondarie e che
a questa materia sia dedicato sufficiente spazio nei programmi scolastici; l’educazione sessuale dei
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giovani europei non può essere delegata ai media o al web, presentando unicamente un modello
culturale machista ed omofobico.
Ci ribelliamo a questo grave attacco alla libertà di scelta delle donne ed alla messa in
discussione della politica inclusiva promossa dalle altre Istituzioni europee.
Chiediamo agli eurodeputati ed alle eurodeputate che hanno votato contro l’adozione del
Rapporto che tipo di società hanno in mente: un’Europa sessuofobica ed omofobica? Un’Europa di
uomini che odiano le donne?
Come commentato dal Comunicato Stampa dell’On.le Edite Estrela “i deputati dei Gruppi del
PPE (inclusi PSD e CDS-PP), si sono alleati con gli ultra-conservatori e l’estrema destra” in un
attacco ai “diritti umani delle donne come mezzo per raggiungere l’uguaglianza tra i generi”.
Non disponiamo delle risorse finanziarie del calibro dei milioni di euro investiti nella campagna
One-Of-Us ma disponiamo delle competenze e della determinazione necessarie ad appoggiare gli
ottimi contenuti del Rapporto, nell’obiettivo che sia adottato dall’Assemblea Plenaria del
Parlamento Europeo.
RingraziandoVi a nome delle donne che incontriamo ogni giorno, ci auguriamo che la presente
lettera possa contribuire all’adozione del Rapporto, nella stesura presentata il 22 ottobre 2013, e che
la laicità continui ad essere la guida ed il motore della coesione europea.
Associazioni firmatarie:
Associazione Amici della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni
Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano
Associazione Casa delle Donne di Milano
Tavolo Consultori del Comune di Milano
Associazione Usciamo dal Silenzio
Gruppo Donne e Cultura Comitati x Milano zona 3
L'Ombelico associazione onlus
Nonsolocicogna, associazione post adozione
Consultorio CED di Milano
Consultorio Cemp di Milano
Associazione Italiana per l’Educazione Demografica Pisa
Collettivo Donne e Diritto di Milano