SLAVES NO MORE
ONLUS
(MAI PIÙ
SCHIAVE)
Un’associazione contro le violenze sulle
donne
e il traffico di esseri umani per lo
sfruttamento sessuale
Questo nuovo anno 2013 si è purtroppo aperto con vecchie
notizie. In modo particolare per quanto riguarda sconcertanti violenze sulle
donne. Un fenomeno globale che si traduce in varie e drammatiche situazioni:
migliaia di donne e ragazze stuprate e uccise in India, oltre 120 “femminicidi”
in Italia, una giovane donna pakistana, Asia Bibi, che rischia la pena di morte
per blasfemia in Pakistan…Meno si parla di un altro fenomeno più sommerso, ma altrettanto
drammatico: quello della tratta degli esseri umani, specialmente per lo
sfruttamento sessuale. Una vera e propria schiavitù contemporanea. Che riguarda
milioni di donne in tutto il mondo.
Per combattere contro questa piaga, ma anche per lottare contro
tutte le forme di violenza, abuso e discriminazione di cui sono vittime le
donne, si è costituita l’associazione Slaves
no more onlus (Mai più schiave), su iniziativa di religiose e laici da
tempo impegnati a vario titolo nella lotta al traffico di esseri umani e nella
salvaguardia delle vittime. Tra costoro suor Eugenia Bonetti, missionaria della
Consolata, che da vent’anni si occupa di questo fenomeno che coinvolge migliaia
di ragazze, soprattutto immigrate, sfruttate sulle strade nel nostro Paese.
Un’esperienza raccontata anche nei libri Schiave
(San Paolo 2010) e Spezzare le catene
(Rizzoli 2012).
«Con questa nuova associazione - spiega suor Eugenia, eletta
all’unanimità presidente dell’Associazione - vorremmo poter agire in modo ancora
più efficace per prevenire e contrastare le violenze sulle donne e per
combattere il fenomeno della tratta, lavorando in rete con altri gruppi, enti e
associazioni sia in Italia che all’estero. Di qui, il nome in inglese. Proprio
perché ci inseriamo, sin da subito, in una dimensione internazionale. Quello
del traffico di esseri umani si configura, infatti, come un fenomeno che tocca
diversi Paesi di origine, transito e destinazione con cui vorremmo intensificare
contatti e collaborazioni».
L’Associazione Slaves
no more, che ha sede legale presso la casa di accoglienza per donne e
bambini “Maria Maddalena” di Nettuno, persegue il fine esclusivo della
promozione sociale, umana, civile, culturale e interculturale di donne e minori
in situazioni di vulnerabilità e difficoltà, vittime di violenze, abusi, tratta
e riduzione in schiavitù.
Inoltre, precisa suor Eugenia, «l’associazione ha tra i suoi scopi
prioritari la formazione, l’informazione e la prevenzione, la liberazione e la
promozione della donna emarginata e vittima di situazioni che la privano della sua
dignità e legalità. Ma anche il sostegno e la reintegrazione socio-lavorativa
attraverso la realizzazione di progetti personalizzati sia in Italia che nei
Paesi di provenienza delle donne immigrate. Questo perché vorremmo potere
restituire un futuro a giovani donne, a cui è stata tolta qualsiasi prospettiva
di vita dignitosa».
Slaves no more nasce,
dunque, con un orizzonte ampio. E tra i primi progetti, si impegnerà a
realizzare rimpatri assistiti di giovani donne nigeriane vittime di tratta e
sfruttamento sessuale, rinchiuse nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie)
o accolte in case di accoglienza. Un modo per dire, molto concretamente, che
questi viaggi da incubo non sono a senso unico, ma che si può tornare a casa in
maniera dignitosa. Per questo l’associazione intensificherà l’opera di
collaborazione già avviata da diversi anni con il Comitato per il supporto
della dignità della donna (Cosudow)
della Conferenza delle religiose nigeriane e con altri enti e associazioni che
operano in Nigeria.
L’associazione Slaves no more
onlus è stata fondata il 29 dicembre a Roma, simbolicamente presso le suore
di San Pietro Claver, il santo che lottò contro la tratta di schiavi verso le
Americhe. Erano presenti 23 soci fondatori, religiose, laici, volontari,
professionisti già impegnati a diverso livello e titolo nella lotta contro le
violenze sulle donne e contro il traffico di esseri umani.
L’assemblea oltre ad aver eletto all’unanimità suor Eugenia
Bonetti presidente dell’associazione Slaves
no more onlus. Ha anche eletto vice
presidente, Pino Gulia, che, negli
anni Novanta, ha coordinato il Coordinamento ecclesiale guidato da Caritas
italiana contro la tratta di esseri umani. Questo ha dato un forte impulso alla
scrittura dell’articolo 18 del Testo unico sull’immigrazione, che ha permesso a
migliaia di ragazze vittime di tratta di lasciare la strada e intraprendere
percorsi di reinserimento sociale. Tra i soci fondatori, anche padre Giovanni La Manna , direttore del
centro Astalli di Roma, con una lunga esperienza nel campo dei profughi e richiedenti
asilo.
SLAVES NO MORE
ONLUS
Casa di
accoglienza Maria Maddalena
Via
Falzarego, 20 – 00048 Nettuno (Roma)