giovedì 29 marzo 2012

Urgenza di un "New Deal" che metta al primo posto uguaglianza e sostenibilità

ISTANBUL, 26 marzo, 2012 (IPS) - L'urgenza di un "new deal" globale per promuovere lo sviluppo sostenibile e ridurre le disuguaglianze è stata la conclusione del Forum Mondiale sullo Sviluppo Umano 2012, una nuova iniziativa da parte delle Nazioni Unite, tenutasi a Istanbul il 22-23 marzo.


Rebeca Grynspan, direttore associato del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha presieduto la Global Forum 2012 sullo sviluppo umano a Istanbul.  / Credit: Fatih Cevik
Rebeca Grynspan, direttrice associata del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha presieduto la Global Forum 2012 sullo sviluppo umano a Istanbul.

L'evento è stato ospitato dal governo turco e sostenuto finanziariamente dalla Danimarca, si sono riuniti 200 ministri di governo, attivisti della società civile ed esperti di sviluppo di diversi continenti.
Alla fine, i delegati hanno adottato all'unanimità una Dichiarazione di Istanbul, che chiede un'intersettoriale azione e collaborazione per compensare le disparità e preservare le risorse naturali per le generazioni future, pur riconoscendo la necessità di continuare la crescita delle economie emergenti. "E' tempo per una nuova visione che comprenda le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile , sociale, economico, ed ambientale, che metta la persona al centro dello sviluppo", ha detto Rebeca Grynspan, direttrice associata del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), che ha presieduto il Forum. "Ciò richiede l'integrazione sinergica delle politiche di sviluppo sostenibile che sono pienamente coerenti e complementari. Lo sviluppo deve essere con e per le persone, equo, inclusivo, e guidato dai diritti umani. Riteniamo che questa dovrebbe essere la base per i lavori alla Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, Rio +20, a Rio de Janeiro nel giugno 2012", ha aggiunto. La dichiarazione è formulata attorno a quattro punti chiave, ritenuti di importanza critica da parte dei delegati. In primo luogo, che la crescita economica, la sostenibilità ambientale, radicata in valori universali, e la giustizia sociale, dovrebbero andare di pari passo; che tale coesistenza ha bisogno di finanziamenti aggiuntivi, per i quali la società civile e il settore privato dovrebbero costituire partenariati; che le donne svolgano un ruolo vitale nello sviluppo umano, che venga data loro la possibilità di accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria, alla forza lavoro ed ai processi decisionali e che la buona governance per lo sviluppo sostenibile, a livello globale, regionale, nazionale e locale sia fondamentale per il successo del progetto. Il Forum ha riconosciuto che i progressi sono stati compiuti tra le nazioni più povere in campo economico, ma questo è stato a scapito della sostenibilità dell'ambiente. "Come dimostra la relazione sulla sostenibilità globale (Nazioni Unite) che sottolinea che entro il 2030 il mondo avrà bisogno di almeno 50% di cibo in più, più del 45% di energia in più e di 30% di acqua in più, data la crescita della popolazione" ha detto Grynspan all'IPS. "Verso uno sviluppo inclusivo e sostenibile non è semplicemente un imperativo 'morale', è infatti l'unico sviluppo possibile", ha affermato. La relazione ha anche mostrato che in 61 paesi in via di sviluppo, più alto è il numero di donne e ONG  che sono attenti ai dictat ambientali, più basso è il tasso di deforestazione, ciò indica che la preoccupazione femminile per la natura, insieme alle conoscenze specifiche da parte delle ONG, gioverebbe alla conservazione delle risorse naturali. La conclusione del Forum giunge in un momento in cui l'ONU ha la convinzione che la razza umana si stà muovendo nella direzione giusta. Un'analisi pubblicata nel 2010 dall'UNDP, nel contesto del 20° anniversario del suo Rapporto sullo Sviluppo Umano ha evidenziato i progressi fatti negli ultimi quattro decenni nello sviluppo umano. Secondo gli autori del rapporto, i paesi più poveri hanno migliorato il loro indice di sviluppo umano (HDI) dal 82%, il doppio della media globale di miglioramento. la conclusione è che le persone sono più sane, più ricche e meglio istruite che mai, con il divario di sviluppo in restringimento. Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG), un'altra iniziativa delle Nazioni Unite, sembrano essere sulla strada giusta, la Banca Mondiale stima che i suoi obiettivi per aumentare il numero di persone che vivono al di sopra della soglia di povertà estrema e di avere accesso all'acqua potabile sono già stati raggiunti. D'altra parte, la conferenza delle Nazioni Unite sui paesi meno sviluppati (PMS) nel maggio scorso, a Istanbul, è giunta alla triste conclusione che il numero di nazioni al di sotto della soglia di povertà è raddoppiato in dieci anni, invece di essersi dimezzato"Per creare un incentivo per il cambiamento, saranno necessarie misure migliori", concorda Gryspan.