martedì 3 gennaio 2012

La Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) denuncia i livelli estremi di violenza che le donne giornaliste affrontano in tutto il mondo

IFJ denounces extreme levels of violence faced by women journalists worldwide

[Gender and Media Diversity Centre, Johannesberg, 13 dicembre 2011] In una lettera indirizzata al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon in occasione della Giornata Internazionale della Violenza Contro le Donne il 25 novembre, la Federazione Internazionale dei Giornalisti (IFJ) ha sottolineato gli alti livelli di violenza nei confronti delle donne giornaliste durante l'esercizio delle loro funzioni professionali.
L'IFJ denuncia aggressioni, minacce, pressioni politiche, violenze, lo stupro e l'abuso che le giornaliste devono affrontare a causa del loro sesso o semplicemente per fare il loro lavoro. La situazione è resa peggiore dalla cultura dominante di impunità che protegge e incoraggia gli autori di questi crimini.
“È ancora più deludente se si considera che la maggior parte di questi crimini restano irrisolti, e gli aggressori o gli assassini non subiscano le conseguenze dei loro atti", ​​dice Beth Costa, segretario generale IFJ e Mindy Ran, presidente del consiglio genere IFJ. "Il clima di impunità per i crimini contro i giornalisti di sesso femminile costituisce una seria minaccia per il più fondamentale dei diritti di libera espressione. Inoltre, vi è una continua preoccupazione per il fatto che le autorità tendono a negare che queste donne siano state uccise per il loro lavorare come giornaliste. Tendono invece a indicare la rapina o le "questioni personali" come motivi delle uccisioni.
Secondo dati delle Nazioni Unite, fino al 70% delle donne sono vittime di violenze durante la loro vita. Tra 40 e 50% delle donne nei paesi dell'Unione Europea è stata vittima di avance sessuali indesiderate, di contatto fisico o altre forme di molestie sessuali sul posto di lavoro. Nella Repubblica Democratica del Congo, più di 8000 casi di violenza sessuale sono stati perpetuati ogni anno nel 2009 e 2010.
L'IFJ dice anche che in alcune regioni è considerato un tabù segnalare violenze sessuali, creando una situazione in cui la vittima è fatta sentire in colpa se rivela di aver subito violenze. Questo atteggiamento porta ad un utilizzo del silenzio come censura.
Tra i Paesi che secondo l’IFJ non proteggono le giornaliste in modo adeguato si annoverano Messico, Filippine, Somalia, Russia, Nepal e Israele. Per leggere la newsletter genere IFJ, clicca qui.