[Parlamento europeo, Bruxelles, 13 dicembre 2011] Le vittime di reati che hanno ottenuto la protezione dai loro aggressori in uno Stato membro dell'Unione Europea saranno in grado di ottenere una protezione simile se si spostano in un altro stato, viste le nuove regole approvate dal Parlamento in questi giorni. L'ordine di protezione europeo mira a proteggere le vittime di reati, o tentativi di reato, quali l'omicidio, la violenza di genere, le molestie, il sequestro, lo stalking. Gli Stati membri avranno tre anni per recepire questa direttiva nel diritto nazionale.
Misure volte a proteggere le vittime di reato dagli aggressori sono già esistenti negli Stati membri dell'UE, ma allo stato attuale esse tentano di trovare applicazione se la vittima si trasferisce in un altro paese. La direttiva di ordine di protezione europeo (EPO), già concordata con i governi nazionali, permetterà a chiunque di essere tutelato dal diritto penale in uno Stato dell'Unione Europea e di chiedere simile protezione se deve entrare in un altro Stato.
"In poche parole, si faciliterà il movimento delle vittime e si ostacolerà il movimento dei loro aggressori. Oggi abbiamo fatto un importante passo in avanti per proteggere coloro che più lo meritano", ha detto Teresa Jiménez-Becerril Barrio, relatore della commissione dei diritti della donna ( PPE, ES). "La protezione non conosce confini. Ci sono migliaia di vittime che saranno ora in grado di vivere in pace", ha aggiunto Carmen Romero López relatore della commissione per le libertà civili (S & D, ES).
I deputati hanno cercato fin dall'inizio di rendere più chiaro che le regole dovrebbero coprire tutte le vittime del crimine, non solo le vittime della violenza di genere. La maggior parte delle misure di protezione sono concesse alle donne vittime di violenza di genere, ma si deve considerare un ordine di protezione europeo che sia in grado di coprire le vittime di entrambi i sessi e di un numero di crimini maggiori. Le regole si applicano alle vittime o possibili vittime che hanno bisogno di protezione "contro un atto criminale attuato da un'altra persona che può mettere in pericolo la sua vita, integrità fisica, psicologica e sessuale [...] così come la sua dignità e libertà personale".Tali atti potrebbero includere molestie, sequestro, stalking e "altre forme di coercizione indiretta".
Tenere lontano gli aggressori
Quando ad una persona viene concessa protezione in uno Stato membro ai sensi del diritto penale nazionale, egli può richiedere un EPO, la possibilità, dunque, di estendere questa protezione in un altro paese UE in cui il soggetto decide di trasferirsi. Lo Stato membro di origine dovrà rilasciare l'UEB e la comunica al paese.
Un EPO può essere rilasciato solo nel caso in cui all’aggressore è vietato entrare nel paese di origine dove risiedono le vittime o dove queste fanno visita, o se sono imposte restrizioni per l’aggressore.
Proteggere i parenti delle vittime
Grazie ai deputati europei, un EPO può anche essere richiesto per salvaguardare i parenti di un beneficiario di un ordine di protezione europeo.
Nuova normativa per coprire la materia civile
L'EPO in materia penale sarà integrato da una normativa separata per gli affari civili. A tal fine, la Commissione ha proposto, nel maggio 2011, un regolamento sul mutuo riconoscimento della protezione accordata dal diritto civile, che sarà anche co-decisa dal Parlamento e Consiglio. La combinazione dei due strumenti (la direttiva EPO e il regolamento) dovrebbe coprire la più ampia gamma di misure di protezione emesse per le vittime negli Stati membri.
Di fondo
La direttiva EPO è stata un'iniziativa richiesta in principio da 12 Stati membri e promossa dalla Presidenza spagnola dell'Unione europea (primo semestre del 2010).
Il Regno Unito ha aderito ma l’Irlanda e la Danimarca non partecipano.
Procedura: codecisione (seconda lettura).