La Lobby Europea delle Donne (EWL) si rammarica profondamente della decisione della Presidenza belga di discutere di prostituzione durante l'incontro informale dei Ministri della Giustizia di domani senza previa consultazione delle sopravvissute alla prostituzione e delle ONG che lavorano con queste ultime . Esortiamo i Ministri della Giustizia a partecipare a questa riunione per incontrare le sopravvissute ed a non banalizzare questa forma di violenza che colpisce principalmente donne e ragazze.
[Bruxelles, 25 gennaio 2024] È con disappunto e poca comprensione che apprendiamo che nell'agenda della Presidenza belga, dell'incontro informale dei ministri della Giustizia di domani, è prevista una discussione sulla “depenalizzazione del lavoro sessuale”.
Attraverso la promozione della narrativa del “lavoro sessuale”, l'approccio adottato dalla Presidenza belga non rispetta la risoluzione del Parlamento europeo adottata nel settembre 2023 che riconosce che “il linguaggio concordato dalle Nazioni Unite e dall'UE è prostituzione e persone/donne che si prostituiscono” e che “il sesso deve essere basato sul consenso, che può essere prestato soltanto in modo libero e volontario, e non possa essere sostituito da uno scambio di denaro”.
Nella descrizione della riunione, si riconosce anche che la legge recentemente adottata in Belgio è il risultato di consultazioni organizzate "a stretto contatto con le organizzazioni delle lavoratrici del sesso", mentre si ignorano le sopravvissute alla prostituzione che non vogliono etichettare la prostituzione come lavoro, una parola che ammorbidisce tutta la violenza intrinseca ad essa, il sessismo, classismo e razzismo riscontrabili nell’acquisto di atti sessuali.
Pertanto, la Lobby Europea delle Donne esorta tutti i ministri della Giustizia presenti alla riunione di domani ad ascoltare le sopravvissute, stare al loro fianco ed attuare programmi di sostegno e di uscita ben finanziati, seguendo la legislazione adottata da diversi paesi europei come Francia, Svezia ed Irlanda. In effetti, il Modello dell' uguaglianza è il miglior modello giuridico da adottare quando si tratta di proteggere le donne e le ragazze che sono nella prostituzione e che soffrono di molteplici forme di precarietà ed esclusione sociale, poiché le depenalizza. Allo stesso tempo, offre loro sostegno sanitario, sociale, educativo ed economico. Questo modello non solo offre alle sopravvissute alla prostituzione gli strumenti per riprendere potere, libertà d'azione e autonomia, ma scarica il peso della stigmatizzazione e della vergogna sui cosiddetti "compratori di sesso" che credono che il consenso liberamente espresso possa essere acquistato.
È giunto il momento di un’Europa libera dallo sfruttamento sessuale delle donne e delle ragazze!