lunedì 3 dicembre 2018


FEMMINICIDIO

Spesso la parola femminicidio non viene compresa, viene considerata superflua, inutile dato che esiste la parola omicidio. Eppure negli ultimi anni si è sentita la necessità di dare un nome a questo fenomeno. Il femminicidio non è un semplice omicidio, ma in questo caso la vittima è una donna e viene uccisa in quanto donna. Viene uccisa perché non rispetta quei canoni che la società si aspetta da lei, perché non rispetta i dettami che il patriarcato le impone. In Italia nel 2018 si sono già verificati 106 casi di femminicidio, in crescita rispetto all'anno precedente. Molte di queste donne già in precedenza sono state vittime di violenza da parte dell'assassino. Il femminicidio è un fenomeno particolare e per porvi rimedio bisogna lavorare su diversi fronti. Sicuramente il sistema giudiziario deve tenere maggiormente presente questo fenomeno e iniziare a comprendere i segnali d'allarme. Il problema del femminicidio è che il responsabile è una persona cara alla vittima e la denuncia non è mai una scelta semplice. Spesso, purtroppo, le vittime che decidono di denunciare non ricevono adeguata protezione e quindi preferiscono non farlo, nella speranza di riuscire a gestire la situazione da sole. Inoltre anche il pregiudizio della società, che giudica facilmente queste situazioni, spesso non credendo alla vittima, contribuisce a tenere sommersa questa realtà. Anche la magistratura dovrebbe creare un aggravante nel caso un cui l'omicidio fosse un femminicidio. Ovviamente aspetto fondamentale di tutto è anche l'educazione e la comprensione delle conseguenze del patriarcato. Si perché il femminicidio altro non è che il risultato della resistenza del patriarcato. Analizzando i motivi che hanno portato alla morte di queste donne troviamo che alla base c'è un rifiuto da parte dell'uomo della volontà di distacco della donna. Molte sono donne che volevano lasciare o separarsi dal partner, ma quest'ultimo non lo accettava. Questo aspetto è di fondamentale importanza per un'analisi attenta delle conseguenze del patriarcato. Viene considerato "normale", quasi giusto, il fatto che un uomo considera una donna una sua proprietà, come se ne fosse il padrone e lui potesse decidere tutto su quella persona, cosa deve fare, con chi può trascorrere il suo tempo. E' questo uno degli aspetti che ci fa capire perché il femminicidio non è un omicidio. Qui
la vittima viene uccisa perché donna, perché ancora considerata un oggetto in mano all'uomo. Proprio su questo aspetto bisogna lavorare! Bisogna educare a considerarci tutti alla pari, che nessuno ci appartiene ma che tutti abbiamo il diritto di decidere su noi stessi, a prescindere dal genere.
A livello Europeo sicuramente un'azione che dovrebbe essere attuata è la ratifica della Convenzione di Istambul che contiene strumenti adeguati per porre fine alle violenze che le donne e le ragazze sono costrette a subire

#16DaysOfActivism
#EndVAW
#INeedTheIstanbulConvention

Valeria Sorce
Stagista Coordinamento