LE RUGHE DELLE DONNE IN POLITICA
E IL MASCHILISMO CHE NON MUORE
Nelle ultime settimane Roma è stata tappezzata di
manifesti in cui è ritratta la ministra dell’Istruzione, dell’Università e
della Ricerca Valeria Fedeli. Si è trattato di una ben strana campagna in cui
la dimensione e la qualità della fotografia schiaccia e, praticamente, annulla
il contenuto. L'iniziativa colpisce anche perché i manifesti sono anonimi e le
affissioni sono abusive, come rilevato dagli uffici comunali preposti al
controllo, che peraltro a distanza di settimane non riescono a ripristinare la
legalità. Questi manifesti continuano a riaffiorare, con evidenti tornate di
nuove affissioni, sempre abusive e anonime.
Non entriamo nel merito dei contenuti della
contestazione poiché difendiamo la libertà di parola e il diritto alla critica
quali espressioni della democrazia e della dialettica politica, ma rifiutiamo
quello che è con tutta evidenza un attacco alla donna impegnata in politica e
che si esprime attraverso la denigrazione sul piano estetico. Per criticare
Hillary Clinton si specula sulle sue rughe e per Theresa May ci si concentra
sull'eccentricità delle scarpe. Analogamente per attaccare la ministra Fedeli
si usa una brutta fotografia con il chiaro intento di offendere la dignità
della persona.
Le donne in politica continuano ad essere giudicate
non per quello che fanno, segno tangibile che il tasso di discriminazione reale
è ancora molto alto.
Il messaggio sotteso alla campagna, che non a caso
sceglie quella foto, è preoccupante perché esprime un rancore atavico nei
confronti della figura femminile. Tanto più violento verso chi, come Fedeli, ha
sempre sostenuto le ragioni delle donne e difeso le loro libertà anche nel suo
recente incarico di vicepresidente del Senato.
La mentalità maschilista continua a permeare la società,
in una perversa sintonia con il cyber bullismo che attacca la Presidente Laura
Boldrini, con chi ha sostenuto l'inopportunità della candidatura a sindaca di
Giorgia Meloni incinta o con i jeans stretti responsabili di uno stupro.
Denunciamo questa violenza ed esprimiamo solidarietà
alla ministra Valeria Fedeli e, con lei, a tutte le donne in vario modo violate
nella loro dignità di persone.
Le associazioni aderenti all’ACCORDO DI AZIONE COMUNE
PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
Roma, 1° febbraio 2017