giovedì 2 febbraio 2017




LE RUGHE DELLE DONNE IN POLITICA
E IL MASCHILISMO CHE NON MUORE


Nelle ultime settimane Roma è stata tappezzata di manifesti in cui è ritratta la ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli. Si è trattato di una ben strana campagna in cui la dimensione e la qualità della fotografia schiaccia e, praticamente, annulla il contenuto. L'iniziativa colpisce anche perché i manifesti sono anonimi e le affissioni sono abusive, come rilevato dagli uffici comunali preposti al controllo, che peraltro a distanza di settimane non riescono a ripristinare la legalità. Questi manifesti continuano a riaffiorare, con evidenti tornate di nuove affissioni, sempre abusive e anonime.

Non entriamo nel merito dei contenuti della contestazione poiché difendiamo la libertà di parola e il diritto alla critica quali espressioni della democrazia e della dialettica politica, ma rifiutiamo quello che è con tutta evidenza un attacco alla donna impegnata in politica e che si esprime attraverso la denigrazione sul piano estetico. Per criticare Hillary Clinton si specula sulle sue rughe e per Theresa May ci si concentra sull'eccentricità delle scarpe. Analogamente per attaccare la ministra Fedeli si usa una brutta fotografia con il chiaro intento di offendere la dignità della persona.
Le donne in politica continuano ad essere giudicate non per quello che fanno, segno tangibile che il tasso di discriminazione reale è ancora molto alto.

Il messaggio sotteso alla campagna, che non a caso sceglie quella foto, è preoccupante perché esprime un rancore atavico nei confronti della figura femminile. Tanto più violento verso chi, come Fedeli, ha sempre sostenuto le ragioni delle donne e difeso le loro libertà anche nel suo recente incarico di vicepresidente del Senato.
La mentalità maschilista continua a permeare la società, in una perversa sintonia con il cyber bullismo che attacca la Presidente Laura Boldrini, con chi ha sostenuto l'inopportunità della candidatura a sindaca di Giorgia Meloni incinta o con i jeans stretti responsabili di uno stupro.

Denunciamo questa violenza ed esprimiamo solidarietà alla ministra Valeria Fedeli e, con lei, a tutte le donne in vario modo violate nella loro dignità di persone.

Le associazioni aderenti all’ACCORDO DI AZIONE COMUNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA

Roma, 1° febbraio 2017