martedì 18 febbraio 2014

I 18 miti più comuni sulla prostituzione!

La EWL, nell'ambito della Campagna "Europe Free from Prostitution", pubblica i 18 miti più diffusi sulla prostituzione(#HoneyballYes #Endprostitution #brusselscall #QuestionsForAmnesty @UN_Women http://tinyurl.com/oos7hzm)

Eccovi il quindicesimo:



“Col modello svedese le persone che esercitano la prostituzione sono più esposte a violenze, perché la prostituzione entra nella clandestinità”
Se i clienti possono trovare le prostitute, anche i servizi sociali ci riescono! Criminalizzando i clienti, il modello svedese cambia la relazione tra donne e clienti: i criminali sono i clienti. Molte donne che hanno esercitato la prostituzione in Germania, prima di arrivare in Svezia, raccontano all’Unità Prostituzione della Polizia di Stoccolma che c’è molta più violenza nelle “case chiuse” rese legali, perché gli acquirenti di sesso possono fare tutto ciò che vogliono. Gli assistenti sociali in Svezia osservano come le persone esercitanti la prostituzione si sentano più libere di rivolgersi a loro per ricevere assistenza. Al contrario, in paesi dove le “case chiuse” sono legali (come in Australia o in Germania), i servizi sociali e la polizia dicono di riuscire con più difficoltà ad avvicinare le donne che si prostituiscono. Legalizzare la prostituzione non cambierà la realtà: la prostituzione è una forma di violenza. Il 68% delle donne che esercitano qiuesta attività soffre dei sintomi del disturbo post-traumatico da stress, come le vittime di tortura o i veterani di guerra.