Sabato scorso a Roma ho
partecipato alla manifestazione nazionale Non Una di Meno. L’appuntamento era
in Piazza della Repubblica a Roma!
Sono arrivata e mi sono trovata
davanti uno spettacolo incredibile: donne, di tutte le generazioni, provenienti
da tutta Italia e non solo, da tutto il mondo, accompagnate da uomini e
bambini; colori, tanti colori; striscioni; una moltitudine di associazioni, gruppi,
identità riunite sotto un solo ed universale messaggio: NO ALLA VIOLENZA CONTRO
LE DONNE.
Violenza declinata in tutti i
modi possibili: fisica, psicologica, verbale, sul posto di lavoro, in famiglia,
nella società, oppressione, obbligo, rinuncia, violenza agita dai partner, dai
mariti, dai padri, dai datori di lavoro.
L’idea era chiara, forte, senza
mezzi termini e risuonava per tutto il lungo, lunghissimo ed eterogeneo corteo
che sembrava non finire mai: il rifiuto, lo sdegno, l’orrore di pensare che
dopo tutte le battaglie e la strada percorsa fino ad ora le donne debbano
ancora e a gran voce ribellarsi all’idea di essere vittime di violenze ai loro
danni che sono vecchie e nuove, che mutano e diventano sempre più efferate e
comuni.
Le diverse storie, gli slogan, le
frasi dette parlavano di libertà dall’oppressione, autodeterminazione, lotta
che scaturisce dalla consapevolezza che la situazione deve cambiare, deve cambiare
radicalmente.
La percezione più profonda era la
consapevolezza di non essere sole a combattere questo fenomeno ed allo stesso
tempo la richiesta a gran voce di ascoltare il bisogno di avere degli
interlocutori presenti e costanti che, invece di tagliare i fondi o
politicizzare questo fenomeno, siano attivi e vogliano ascoltare queste
istanze per poi trovare strade di attuazione.
Proprio per questo già dal giorno
successivo sono cominciati i lavori per discutere un piano d'azione nazionale femminista contro la violenza maschile che sia utile ed efficace. Alla sua conclusione si chiederà con tutte le forze che venga adottato.
La manifestazione, quindi, non è stata la conclusione di un discorso ma un passaggio intermedio di una trattativa, di un dialogo, di una lotta costanti, continui ed incessanti per la piena e completa attuazione dei diritti delle donne, affinché si raggiunga una sostanziale parità tra i generi.
Francesca