Come donne italiane ci sentiamo offese e sminuite da questa inopportuna ed inconsistente "propaganda" pro fertilità
che il nostro governo, che si fregia di essere giovane, paritario, all’avanguardia e
attento agli aspetti sociali, ha diffuso nei giorni scorsi.
Ci sentiamo offese perché come al solito questa campagna ha tutti i sapori dell’ennesimo
risultato di una società patriarcale, maschilista e retrograda che non è in
grado di attuare cambiamenti dalla radice. Come si può chiedere alle donne di
fare più figli quando la gravidanza spesso dura di più di un contratto di
lavoro? Quando alle giovani donne che si presentano ai colloqui le prime
domande sono sempre allusive alla maternità e al matrimonio? Lo stesso mercato del lavoro che pare aver ancora in uso la firma delle dimissioni in bianco?