VIOLENZA SESSUALE E ABUSO SESSUALE
Per violenza sessuale vengono considerate le situazioni in cui la donna è costretta a fare o a subire contro la propria volontà atti sessuali di diverso tipo: stupro, tentato stupro, molestia fisica sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati subiti per paura delle conseguenze, attività sessuali degradanti e umilianti. In Europa 1 donna su 2 ha subito una molestia sessuale dall'età di 15 anni. In Italia 1 milione 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni, il 6,6% delle donne tra i 16 e i 70 anni. Gli autori delle violenze sono vari e in maggioranza conosciuti. Solo nel 24,8% la violenza è stata ad opera di uno sconosciuto. Anche in questo caso nella maggior parte dei casi è il partner il colpevole. Nell'ambito degli stupri diversi sono le problematiche che andrebbero analizzate. Vi è sicuramente alla base un aspetto culturale. Anche se sembra ripetitivo, ma la cultura sessista, presente in tutte le culture, incide molto nel giustificare l'uomo a commettere stupro. "L'uomo per natura è così", "E' la donna che provoca l'uomo", "Lei è la moglie, quindi ha degli obblighi sessuali verso il marito, non si può parlare di stupro", "Ma era vestita succinta", "Se l'è cercata lei", tutte frasi che a volte si sentono in queste occasioni. Alcune di queste frasi mostrano come in fin dei conti è colpa della donna se ha subito una violenza, perché camminava da sola di notte, perché ballava con lui, perché l'ha invitato a casa sua, perché era vestita succinta, perché indossava una tanga. Sembra assurdo pensare che queste cose possono costituire una giustificazione, eppure è successo, ed è anche successo in un tribunale! Si perché qualche giorno fa in Irlanda un uomo è stato assolto dall'accusa di aver violentato una minorenne perché la vittima indossava un tanga in pizzo, troppo sexy e quindi l'uomo era giustificato, poteva facilmente fraintendere, ma non era colpa sua. Questo dimostra ancora una volta come il corpo della donna sia considerato nulla, come la donna sia obbligata a molte più restrizioni sociali che l'uomo non ha.
Bisogna educare le nostre generazioni a capire che il consenso è fondamentale, che un no è NO, anche se magari inizialmente aveva detto di si, che in una relazione si può dire di no, che gli abiti non sono un invito. Dobbiamo far passare l'idea che il corpo della donna è importante, ma non nel senso cristiano del termine, ma in quanto ESSERE UMANO, e non mi stancherò mai di ripeterlo.
#16Days #SayNoStopVAW
Valeria Sorce
Stagista Coordinamento